Opportunità vincenti sull’azionario con il medtech
L'emergenza coronavirus darà slancio agli investimenti in tecnologie medicali e servizi sanitari. Molti titoli stanno già brillando, altri restano sottovalutati
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È arrivato il momento di vendere le azioni comprate sui minimi? Il rally è destinato a continuare? Davvero l’Europa può sovraperformare gli Usa? Sono queste le principali domande che tutti gli investitori azionari si stanno ora ponendo, consci del fatto che i listini sono passati dal crollo al rally molto velocemente, con l’S&P500 che a maggio è tornato ai livelli di inizio anno, e consapevoli soprattutto che il quadro macroeconomico non permette ancora di vederci chiaro. Ebbene, la risposta degli addetti ai lavori è più o meno unanime: non è il caso di parlare di bolla ma forse è il momento di rallentare e scegliere con giudizio.
Gli indici
Indicazioni interessanti arrivano come sempre dall’analisi tecnica. “Se paragoniamo il 2020 con il 2008, ovvero Covid con Lehman, emerge che il recupero verso i livelli pre-crisi è stato per tutti gli indici azionari sensibilmente più rapido nella situazione attuale – fanno notare gli esperti di Marzotto Sim –. Questo è confortante, perché di fatto per il momento ha comportato una minore ‘disruption’ finanziaria agli investitori, intaccando meno la propensione al rischio. Il Nasdaq su nuovi massimi assoluti rende sicuramente più stabile, almeno in un’ottica di investimento, l’attuale contesto”.
In più, secondo gli esperti, almeno fino al momento, le fasi ribassiste, all’interno di un canale rialzista, sono state meno accentuate rispetto al 2009. “Paragonando S&P500 e Dax, possiamo notare che la performance dell’indice tedesco nel post-Lehman fu meno volatile e complessivamente più lineare rispetto all’S&P, al contrario di quanto per il momento accaduto nei mesi scorsi. La domanda da porsi e se in futuro la performance relativa del Dax migliorerà rispetto a quella dell’S&P500”, scrivono, aggiungendo che il quadro sui principali indici azionari sembrerebbe al momento rimanere costruttivo e potrebbe avere senso tentare da ora in poi di puntare maggiormente sull’Eurozona.
Il quadro geopolitico
Ma i problemi all’orizzonte sono ancora parecchi e per nulla semplici da risolvere. Primo fra tutti il ritorno dell’allarme in Cina, con Pechino in parziale lockdown, che ha smorzato le attese di ripartenza globale. “Sarà sufficiente per trasformare il percorso di ripresa, che sembrava indirizzato verso un recupero a ‘V’, in una meno incoraggiante dinamica a ‘W’, o peggio (‘L’ o ‘baffo della Nike’)? Probabilmente no, ma senza dubbio va ad aggiungere incertezza in un contesto già estremamente fluido e di difficile lettura”, spiegano Andrea Delitala e Marco Piersimoni, rispettivamente head of euro multi asset e senior investment manager di Pictet Asset Management.
I due esperti evidenziano anche come la situazione sia anche molto preoccupante negli Usa dove un mix di problematiche (crisi sanitaria e crisi sociale) potrebbe risultare fatale per le ambizioni di rielezione del presidente Trump, anche se un’eventuale vittoria del democratico Joe Biden non dovrebbe portare ad un dietrofront totale nella narrativa nazionalista. “Seppur con toni verosimilmente più moderati e meno unilateralisti, con ogni probabilità proseguirà infatti la campagna per riportare economia e lavoro negli Usa – sostengono -, in uno spirito di autarchia e una volontà di accorciare le filiere produttive come stiamo osservando in vaste parti del mondo e che potrebbero portare ad una revisione del modello economico attualmente in vigore”. In tutto questo per Delitala e Piersimoni, l’Europa non sembra voler recitare un ruolo da spettatore passivo, ma sta cercando di farsi trovare pronta attraverso una sempre maggiore integrazione, che in questo caso passa da Next Generation Eu, Mes e Bce.
I gestori
Come dovrebbero dunque muoversi gli investitori? Con cautela, rispondo pressoché in coro i gestori. Secondo il team Investimenti di Pramerica Sgr, i mercati sono andati ad anticipare in maniera eccessiva uno scenario del quale probabilmente si avrà visibilità solo nella seconda parte dell’anno. “Dopo l’euforia, ora i mercati si trovano nella fase del ‘reality check; nelle prossime settimane, infatti, i dati macro definiranno la portata di questa crescita, ma, soprattutto, l’andamento degli utili aziendali”, osservano gli esperti, specificando che questo ritorno alla realtà dovrebbe favorire una correzione contenuta dei mercati, senza riportarli però verso i minimi registrati in precedenza. Motivo per cui il team ha deciso di ridurre l’esposizione all’asset class azionaria al fine di poter operare in maniera più flessibile sulle correzioni, andando a ricostruire certe posizioni.
Anche per Gilles Guibout, gestore del fondo PIR AXA WF Framlington Italy di Axa Im, nelle prossime settimane, dopo aver cancellato in gran parte le perdite di inizio anno, i mercati azionari potrebbero fare una pausa. “Infatti, tenuto conto che le aspettative sugli utili societari per quest’anno sono state tagliate del 30%, la valutazione dei mercati ora è molto più elevata rispetto a inizio 2020. Le spinte al rialzo potrebbero esaurirsi”, avverte, puntualizzando che in attesa dei risultati trimestrali che permetteranno di avere un’idea più precisa dell’impatto della crisi è molto probabile che sia l’agenda politica ad animare i mercati. Negli Usa le elezioni e in Europa il dibattito relativo a una maggiore integrazione, con le azioni e la valuta che potrebbero mettere a segno un ulteriore rialzo grazie a un calo del premio per il rischio e con il rischio Italia che va diminuendo.
Infine, per Larry Puglia, gestore del fondo T. Rowe Price Funds SICAV – US Blue Chip Equity di T. Rowe Price, l’attuale crisi potrebbe avere una ricaduta più lunga del previsto, nonostante la resilienza mostrata finora dall’azionario. Ecco perché consiglia di puntare sulle società che mostrino “qualità che le rendono avvantaggiate sul lungo periodo, come barriere all’ingresso, scarsità di prodotti sostitutivi, leadership nel settore, potere di stabilire prezzi con fornitori e clienti”. Come Alphaber, Facebook e Amazon.
“Sebbene il consensus stimi una ripresa relativamente veloce e a ‘V’ negli Usa, noi siamo dell’idea che questa sarà più probabilmente a ‘U’ e richiederà più tempo del previsto – mette in guardia il gestore -. Ci aspettiamo che molte aziende dovranno rivedere gli utili, il che ci rende cauti sul breve periodo, soprattutto alla luce della rapida ripresa che abbiamo visto nei mercati azionari. Detto ciò, riteniamo che ci siano interessanti opportunità nell’azionario Usa, soprattutto su un orizzonte di 18-24 mesi”.