The Future Extra: uno sguardo ravvicinato alla sostenibilità
Arrivano su Fr|Vision i contenuti di "The Future Extra". Interviste specifiche e approfondimenti sul tema della prima puntata della docuserie "The Future", targata Assogestioni
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Un lungo applauso ha segnato l’ingresso nella Costituzione italiana della tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi. La Camera ha infatti approvato in via definitiva, cioè con una maggioranza dei due terzi che non richiede referendum, la modifica di due articoli. Nel 9 viene ora specificato che la Repubblica “tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni. La legge dello Stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali”. Nell’articolo 41, dove si dice che l’iniziativa economica è libera ma “non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana”, è stato aggiunto anche “alla salute, all’ambiente”.
Una svolta, certo, ma anche un ulteriore, importante segnale di quanto il tema della sostenibilità ambientale, della lotta al cambiamento climatico e della tutela delle biodiversità sia ormai diventato centrale. Lo sanno bene le case di investimento che in questo senso stanno da tempo orientando le loro strategie e soluzioni.
“Il settore finanziario e il settore del risparmio gestito in cui operiamo hanno un ruolo cruciale da svolgere nell’aiutare a prevenire ulteriori perdite di biodiversità”, afferma Peter van der Werf, senior manager engagement di Robeco, che ha appena annunciato una partnership con il Wwf Olanda per supportare uno studio dell’asset manager volto ad affrontare la perdita di biodiversità.
“Si tratta di qualcosa che non è semplicemente ‘bello avere’ nel contesto dell’investimento sostenibile: è nell’interesse a lungo termine dei nostri clienti e della nostra performance di investimento, combinato con il nostro dovere di fare del nostro meglio per sfruttare la nostra influenza per proteggere il pianeta”, sottolinea van der Werf.
Dello stesso parere Jp Morga Am. Per Jennifer Wu, global head of sustainable investing della società Usa, “la chiave per superare la volatilità di breve periodo dei mercati finanziari è mantenere il focus al lungo periodo con un forte orientamento agli investimenti sostenibili”.
Un trend di lungo termine, insomma, che unisce etica e profitti. Ma che richiede anche un cambiamento radicale di mentalità. “È chiaro che c’è molto di più da fare, sia in termini di ulteriore engagement, sia nell’incorporare questo fattore sistematicamente nelle nostre decisioni di investimento – sottolinea van der Werf -. Non si tratta più solo di evitare quelle aziende che sono responsabili della perdita di biodiversità attraverso le loro operazioni dannose per l’ambiente. Dobbiamo anche includere le aziende che si stanno sforzando di proteggere la biodiversità, dirigendo più capitale verso questo tipo di imprese sostenibili”.
Per questo Robeco sta lavorando insieme al Wwf Olanda per integrare la biodiversità nell’asset management: la partnership mira proprio a sviluppare un framework e una politica di investimento sulla biodiversità, a sviluppare congiuntamente strategie di investimento sulla biodiversità e ad impegnarsi con i clienti e altri stakeholder del settore finanziario per creare maggiore consapevolezza sulla questione e spingerli ad agire per integrare la biodiversità nelle proprie politiche.
D’altra parte l’ambiente non può attendere. Il World Economic Forum stima che oltre metà della produzione economica mondiale di 44 mila miliardi di dollari è moderatamente o altamente dipendente dalla natura in qualche modo, il che significa che se i sistemi naturali crollano, lo faranno anche quelli economici e finanziari.
In questo senso, il documento Robeco mostra chiaramente la rilevanza finanziaria che tutto questo ha per gli investitori: una heatmap utilizzando i dati dello strumento Encore (Exploring Natural Capital Opportunities, Risks and Exposure) sviluppato dalla United Nations Environment Programme Finance Initiative ha messo in luce che circa un quarto degli asset in gestione dell’asset manager è altamente dipendente da almeno un servizio ecosistemico.
“In linea con l’esposizione di altri operatori del settore finanziario – si legge nel report -, dallo studio si deduce che circa il 29% degli investimenti di Robeco sono in settori che hanno potenzialmente un certo impatto sui principali fattori di perdita della biodiversità, guidati dall’uso della terra e dell’acqua dolce, seguiti da cambiamenti climatici, inquinamento e disturbi diretti. Questo dimostra che la biodiversità è un argomento molto rilevante per gli investitori e che è necessaria un’azione in tutto il settore finanziario per garantire che gli investimenti contribuiscano al raggiungimento degli obiettivi della Convenzione sulla Diversità Biologica”.
Per Katie Magee, am solutions investment specialist di J.P.Morgan Am, occorre quindi “intensificare gli investimenti in soluzioni di contrasto al cambiamento climatico”. Ma queste devono essere “al contempo, innovative, basate sull’utilizzo granulare di dati Esg e perfezionato da un attento processo di screening di tutte le opportunità di investimento presenti”.
In questo senso, a detta dell’esperta, il segmento della riforestazione rappresenta una classe di attività completamente nuova che può contribuire alla mitigazione del cambiamento climatico. E gli investimenti alternativi costituiscono la chiave più idonea per puntare su questi trend, per “produrre al contempo sia alpha che impatto, oltre alla diversificazione”.
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