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Filippo di Naro, direttore investimenti, e Fabio Fois, responsabile Investment Research & Advisory, espongono la view sul nuovo anno. Più luci che ombre con l’inflazione che a partire dal secondo semestre inizierà gradatamente a scendere
I fattori di rischio sul nuovo anno sono noti. Alcuni tra questi ci accompagnano ormai da tempo e sono caratterizzata da una insopprimibile incertezza. Covid-19 su tutti, con la variante Omicron che si è aggiunta alla Delta con effetto di mantenere ai livelli massimi l’attenzione a livello sociale e economico, e quindi dei mercati. “Il rischio sul 2022 che potrebbe avere effetti sulla traiettoria della crescita è quello che si arrivi a nuove chiusure. Un fattore da tenere monitorato con la massima attenzione”, spiega Fabio Fois, responsabile Investment Research & Advisory di Anima.
Crescita, inflazione e banche centrali
La previsione degli specialisti della casa di gestione vede il PIL reale globale espandersi a un ritmo del 4,4% nel 2022, dopo il 5,8% registrato nel 2021.

Una crescita definita da Fois balcanizzata che sarà guidata dai consumi ma anche dagli investimenti con centralità dei driver domestici alle singole economie. Un elemento di portata internazionale che può fungere da supporto è la normalizzazione del flusso delle merci a livello globale con risoluzione dei colli di bottiglia ancora presenti. Un’ulteriore spinta ai consumi arriverà dalla riduzione del prezzo del petrolio, sottolinea il responsabile Investment Research & Advisory della società.
“I risparmi accumulati nel corso della pandemia non sono ancora stati liberati e assistiamo inoltre ad un deleveraging delle famiglie”, afferma inoltre Fois. “Per quanto riguarda poi un tema di grande attualità come il mercato del lavoro statunitense, in quanto connesso alle dinamiche di inflazione, crediamo che il rialzo dei salari sia dovuto a normali dinamiche di domanda e offerta e che non vedremo numeri fuori controllo”.
Elementi questi che concorrono ad una previsione per quanto riguarda l’inflazione da parte degli esperti di Anima di accelerazione per il primo trimestre del 2022 e successivamente in graduale decrescita.

“Manteniamo la convinzione che l’inversione degli effetti di base, la flessione dei prezzi dell’energia e l’allentamento delle pressioni sui prezzi dei beni core alimenteranno un calo dell’inflazione dal secondo trimestre, seppur graduale, sia negli Stati Uniti che nell’area Euro. A nostro avviso, gli investitori continueranno a evitare di prezzare uno spostamento verso l’alto della dinamica inflattiva di lungo periodo fino a quando ci saranno narrative macro plausibili che giustifichino le dinamiche in corso”, si legge nell’outlook 2022 della società.
Da tenere in considerazione, infine, un quadro di politica monetaria in cui le banche centrali hanno iniziato ad agire con toni diversi dopo anni in cui hanno seguito lo stesso spartito. “Mentre infatti la Federal Reserve ha adottato un orientamento più restrittivo, la BCE potrebbe posizionarsi a metà strada, essendo disposta a offrire ulteriore supporto solo nel breve termine, mentre la People’s Bank of China è diventata nettamente più accomodante, vista la perdita di slancio dell’attività economica in Cina”, sintetizza Fois.
Asset allocation
“Affronteremo un periodo volatile nelle prossime settimane e nei prossimi mesi ma rimaniamo strategicamente costruttivi sulle asset class rischiose”, afferma Filippo di Naro, direttore investimenti di Anima SGR. “Manteniamo la convinzione che le correzioni rappresentino opportunità di acquisto, ma devono essere valutate con attenzione alla luce delle crescenti divergenze tra i policy makers con riferimento alle implicazioni dei recenti sviluppi pandemici per la crescita e soprattutto per l’inflazione. Reazioni non lineari delle banche centrali non si possono escludere, e gli investitori potrebbero esserne confusi”, prosegue.
La preferenza degli esperti della società va ai settori ciclici (energy e finanziari) “interessanti soprattutto nella prima parte dell’anno, mentre ci aspettiamo un’estate un po’ più volatile. Passato il primo trimestre, se ci sarà volatilità, ci sposteremo verso settori più classicamente difensivi”.
Con riferimento ai mercati obbligazionari, Anima prevede di mantenere un’esposizione prudente al rischio tasso in chiave strategica, più negli Stati Uniti che in area Euro, dove i rischi legati alla pandemia sono in aumento e la BCE resterà più accomodante della Fed. I titoli governativi non sono considerati attraenti e sul credito non è espressa una visione direzionale per settore o area, ma “ci molte opportunità distribuite”, chiarisce di Naro.
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