Aim, ecco perché alle Pmi conviene il listino alternativo
Giuseppe Amato, avvocato esperto in diritto bancario, elenca i vantaggi della quotazione e il supporto che può arrivare dal consulente legale per fugare dubbi
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“Soprattutto negli ultimi tre anni, Aim è stato il maggior collettore di quotazioni in Italia e ha fatto sì che si affacciassero alla Borsa anche aziende di piccole dimensioni, che hanno avuto la possibilità di raccogliere risorse per la crescita a anche di migliorare la reputation: fatto che ha ricadute importanti proprio per il processo di sviluppo, attirando nuovi investitori e nuovi manager”. A dirlo a Focus Risparmio è Claudio Lencovich, associate partner Capital Markets di EY.
“Un percorso di avvicinamento al mercato dei capitali è un percorso di riflessione su tanti aspetti tra cui quello organizzativo – continua Lencovich – ed è qualcosa che interessa alle stesse aziende. Infatti, tanti imprenditori non si limitano più a chiederci di occuparci delle formalità che consentano di adeguarsi al regolamento emittenti, ma l’implementazione di strumenti che siano utili e riutilizzabili nel percorso dell’azienda”.
Ovviamente, però gli aspetti formali vanno affrontati: in primis il documento di ammissione in cui ci sono la storia pregressa e le strategie future (in particolare i modi in cui l’azienda intende usare i capitali raccolti) e il sistema di controllo di gestione, che consente di creare l’informativa finanziaria periodica con tempestività e affidabilità.
“Nelle piccole imprese il bilancio viene generalmente fatto una volta all’anno o semestralmente. Ma quando l’azienda deve rendere conto al mercato, allora si dota di strumenti utili a monitorare i Kpi nel tempo e in qualche modo questo modella la forma mentis dell’imprenditore, evolvendola”, dice Lencovich.
L’ultimo documento richiesto è la pianificazione strategica, che comporta di mettere su carta in maniera rigorosa “gli obiettivi che ogni imprenditore ha in testa. Scrivere un documento che delinea le azioni necessarie a raggiungere gli obiettivi è uno strumento che facilita il percorso di crescita e consente di monitorare periodicamente dove l’azienda sta andando e se sono necessarie modifiche”.
Ma il processo di avvicinamento alla Borsa, anche nel caso in cui le aziende siano costrette a rimandare la Ipo rispetto a quanto pianificato per problemi legati a condizioni di mercato avverso o fattori contingenti imprevisti, è esso stesso un’evoluzione. “L’obiettivo finale della quotazione è strutturarsi, costruendo strutture organizzative evolute e dotandosi di strumenti informatici e di pianificazione e controllo utili a gestire il business in qualunque fase, sia in fase iniziale sia nello sviluppo sia in caso di operazioni straordinarie come l’M&A”.
Ancora, le imprese italiane hanno la tendenza a mantenere il controllo dell’azienda e “Aim è interessante anche da questo punto di vista, perché consente di raccogliere somme fresche e far entrare qualcuno nel board ma di mantenere saldo il controllo”, precisa Lencovich. “Tuttavia, quando un’azienda si quota ha la necessità di far entrare nuovi manager ed effettuare cambiamenti di governance, per rendere il titolo attraente per gli investitori e dunque liquido”.
La mentalità degli imprenditori familiari italiani rispetto all’apertura del capitale sta lentamente cambiando, anche grazie ad Aim. E questa evoluzione è confermata anche da un altro dato: “Nelle quotazioni Aim all’inizio la quota media di flottante era prossima ai minimi previsti, ovvero il 10%: oggi assistiamo sempre più a operazioni di ammissione al mercato nella quali la quota è in linea con le Ipo del mercato principale e questo è benefico sia in termini di risorse finanziarie, ma soprattutto di credibilità del soggetto. Oltre a far aumentare la liquidità dei titoli, che non sono sottili e volatili come in passato. Non è un caso che gli investitori in Pir guardino al mercato con grande interesse”.
Dulcis in fundo: quotarsi su Aim fa bene ai conti delle aziende e ci sono “diverse metriche che testimoniano la crescita maggiore delle pmi che decidono di aprire il proprio capitale. D’altronde
l’ammissione al mercato consente di raccogliere capitali per supportare nuove linee strategiche andando in aree geografiche dove l’azienda non era presente o di aprire determinare linee di servizio che prima non forniva oppure ancora utilizzare queste risorse per aggregazioni aziendali, percorsi di crescita esterna che diversamente forse non sarebbero avvenuti”, conclude Lencovich. Insomma, per dirla in breve: Aim fa bene all’economia reale e alle crescita dell’intero Paese.