Gli effetti della politica commerciale dell’amministrazione Trump stanno diventando visibili, con ampie oscillazioni nelle esportazioni nette e un impatto positivo delle scorte
Negli Stati Uniti l’attività economica resta robusta, con una prima stima della crescita del Pil nell’ultimo trimestre in linea con un’attività solida. Il maggior contributo alla crescita aggregata è venuto dalla spesa al consumo, che ha accelerato fino al 4% (rispetto al precedente 3,8%), così come la spesa pubblica (+3,3%).
“Tutto questo risulta in linea con la riduzione delle imposte federali sulle persone fisiche e con l’aumento delle spese del governo federale – spiega Gero Jung, chief economist di Mirabaud Am – In ottica più negativa, gli effetti della politica commerciale dell’amministrazione Trump stanno diventando visibili, con ampie oscillazioni nelle esportazioni nette, che sottraggono l’1,8% alla crescita, e un impatto positivo delle scorte, che ha aggiunto 2,2 punti percentuali alla crescita totale”. Questo è probabilmente dovuto a un aumento delle importazioni (+9,1%) volto ad anticipare l’annuncio di nuovi dazi.
“Nel complesso, ci aspettiamo che la crescita resti solida, con effetti positivi derivanti dall’allentamento della politica fiscale che ha aiutato la crescita di breve periodo – aggiunge ancora Jung – Per quanto riguarda l’inflazione, notiamo che l’indice Pce core, che non prende in considerazione i prezzi dei prodotti alimentari ed energetici, è aumentato moderatamente, vicino all’obiettivo del 2% della Fed. Questo è il quinto mese consecutivo in cui l’inflazione è al livello target della Fed”.
Le trimestrali USA confermano lo stato di salute della “Corporate America”. Ma secondo il gestore global bond Jim Caron è il momento di attenuare il rischio spread: ecco la sua ricetta per investire nei mercati globali del credito.
Caron (Morgan Stanley): “La riduzione degli spread tra titoli a breve e lungo termine è dovuta a fattori tecnici legati alla politica monetaria attualmente perseguita dalla Fed”
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