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L’esclusione selettiva di Mosca dal sistema circolatorio delle transazioni commerciali internazionali rischia di essere un boomerang. Per la banche Ue ma anche per il dollaro
Bloccare la finanza russa tagliandola fuori dal circuito globale dei pagamenti bancari. È questo l’obiettivo dell’esclusione selettiva di Mosca da Swift, il sistema circolatorio delle transazioni commerciali internazionali, decisa dall’Occidente. Una sanzione definita da più parti l’arma nucleare a disposizione dei Usa e Ue, che sta trasformando la guerra tra Russia e Ucraina in una guerra anche finanziaria, ma che rischia di avere pesanti effetti collaterali.
Che cos’è Swift
Ma andiamo con ordine. Swift, che sta per Society for Worldwide Interbank Financial Telecommunication, non è altro che un sistema di messaggistica sicuro, universalmente accettato, che oggi costituisce lo standard per chiudere velocemente i pagamenti di beni, servizi, materie prime, prodotti energetici. E’ considerato tra i meccanismi più efficienti per verificare l’identità della banca o dell’ente finanziario che fa da tramite ai pagamenti.
Praticamente tutti gli ordini, gli scambi in valuta, le vendite e gli acquisti passano da Swift, grazie alle oltre 11.000 aziende e istituzioni finanziarie aderenti in tutto il mondo, una presenza in oltre 200 Paesi e un traffico medio di 42 milioni di messaggi al giorno. L’anno scorso il traffico è cresciuto dell’11,4% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Su Swift non viaggia il denaro ma i messaggi con le istruzioni necessarie per trasferire i fondi, praticamente l’indirizzo a cui spedirlo. Tutto avviene attraverso un codice: una stringa di numeri e lettere, tra gli 8 e gli 11 caratteri, che consente di effettuare pagamenti sicuri tramite banche in Paesi diversi.
Dunque Swift non è né una banca né un sistema di pagamento o di regolamento, ma una società cooperativa fondata nel 1973 e con sede a Bruxelles. La sua crucialità dipende dal fatto che l’operatività di un gran numero di infrastrutture, mercati e banche a rilevanza sistemica dipende da i suoi codici. Per questa ragione, le banche centrali hanno adottato un modello di sorveglianza cooperativa che ha assegnato alla Banca Nazionale del Belgio il ruolo di coordinamento.
Swift è un’arma a doppio taglio per le banche Ue
Proprio le sue caratteristiche intrinseche fanno di Swift una potente arma, ma anche un pericoloso boomerang: rendere la Russia un paria sui mercati finanziari e commerciali ha infatti pesanti ramificazioni internazionali.
Per le istituzioni finanziarie di Mosca, che non possono inviare denaro nel Paese o fuori, significa un contraccolpo durissimo per le aziende e per i loro clienti stranieri. Il fatto che la Russia venga tagliata fuori dalle transazioni internazionali, infatti, manda in tilt i pagamenti dalle vendite di gas e petrolio, che rappresentano oltre il 40% delle entrate del Paese.
Tutto questo rischia però di avere un primo effetto collaterale, a carico in particolare delle banche banche europee, italiane e francesi in testa, per le quali può tradursi in perdite per miliardi di dollari per crediti concessi e non ripagati. Difficile quantificare le conseguenze per le istituzioni finanziarie aventi rapporti con l’economia russa, ma i governi potrebbero essere costretti a intervenire per evitare tracolli.
“La restrizione dell’accesso della banca centrale russa ai propri beni, combinata con un’esclusione selettiva dal sistema Swift, ha il potenziale di innescare una crisi macro-finanziaria di vasta portata in Russia”, osserva Gilles Moëc, group chief economist di Axa Investment Managers, secondo cui in campo economico, al di là della reazione immediata del mercato che potrebbe costringere le banche centrali occidentali a tenersi pronte ad estendere la liquidità, la prossima questione cruciale è vedere come Mosca replicherà sulla fornitura di gas e petrolio.
“È improbabile che il mercato dell’energia all’ingrosso resti in attesa in ogni caso, e dobbiamo prepararci a un altro forte aumento dei prezzi dell’energia, fattore che inciderebbe visibilmente sulla traiettoria di crescita dell’Ue”, afferma
Rischia anche il dollaro
Altro effetto dell’esclusione di Mosca da Swift è che Putin potrebbe decidere di utilizzare altri canali di pagamento. Come quello interno, il Mir, dal quale passano un quarto delle transazioni nazionali, magari decidendo di ampliarne la portata ad altri Paesi grazie a partnership con altri sistemi; o come il System for Transfer of Financial Messages (SPFS), sempre russo.
Oppure, peggio, Mosca potrebbe bussare alla porta di Pechino. Scegliendo cioè di ricorrere allo Swift cinese: Cips, il sistema di pagamento interbancario transfrontaliero cinese, è operativo in circa 100 Paesi, e un ingresso della Russia potrebbe essere un volano per un suo ulteriore sviluppo.
Infine, altra ‘piattaforma’ candidabile sarebbero le valute digitali (come lo yuan cui lavora Pechino) e i crypto-asset che le banche centrali occidentali cercano di contrastare. Una svolta che potrebbe danneggiare anche lo status del dollaro Usa come valuta di riserva globale e accelerare l’uso di alternative come le criptovalute.
“Gli esperti ritengono che questa (l’esclusione di Mosca da Swift, ndr.) potrebbe rivelarsi una mossa controproducente nel lungo termine, in quanto spingerebbe la Russia ad accelerare il passaggio a canali di pagamento alternativi, già ampiamente utilizzati per le transazioni interne (di cui rappresentano ormai un 20% circa del totale). Il risultato potrebbe essere la valorizzazione del prezzo del petrolio in valute diverse dal dollaro, come il renminbi, o persino in criptovalute, come il Bitcoin”, sottolineano Andrea Delitala e Marco Piersimoni, head of euro multi asset e senior investment manager di Pictet Asset Management.
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