L’Istat: “Nel 2019 aumenta il risparmio delle famiglie”
L’istituto stima il Pil in frenata a +0,2% quest’anno e in lieve accelerazione nel 2020 (+0,6%). Rallentano i consumi. Disoccupazione giù al 10%
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L’amore eterno, si sa, non esiste. E così è finito anche quello, lunghissimo, tra gli italiani e i Bot. A sancirlo, il Censis nell’ultimo Rapporto sulla situazione sociale del Paese, dal quale emerge che, “visti i rendimenti microscopici”, ben il 61% degli italiani non comprerebbe più buoni del Tesoro.
E non è tutto: stando ai dati, è giunta al capolinea anche l’altra semi-eterna storia d’amore: quella che legava le famiglie tricolori al mattone. Dal 2011 ad oggi, infatti, la ricchezza immobiliare degli italiani ha subito una decurtazione del 12,6% in termini reali. Dopo la crisi economica, scrive il Censis, gli italiani hanno dovuto rinunciare “a due pilastri storici della sicurezza familiare”, i Bot e la casa, “di fronte a un mercato immobiliare senza più le garanzie di rivalutazione di una volta e a titoli di Stato dai rendimenti infinitesimali”.
E che la crisi abbia colpito duramente, lo dimostrano anche i dati sul fronte lavoro, visto che i tecnici del Censis sottolineano come l’aumento dell’occupazione nel 2018 (+321.000 occupati) e nei primi mesi del 2019 non sia altro che un “bluff” che non produce reddito e crescita. Il bilancio della recessione è infatti di -867.000occupati a tempo pieno e 1,2 milioni in più a tempo parziale. Il part time involontario riguarda 2,7 milioni di lavoratori, con un boom tra i giovani (+71,6% dal 2007). Dall’inizio della crisi al 2018, le retribuzioni del lavoro dipendente sono scese di oltre 1.000 euro ogni anno. I lavoratori che guadagnano meno di 9 euro l’ora lordi sono 2,9 milioni.
Tutto questo spiega, probabilmente, il ritratto complessivo del Paese sottolineato nel Rapporto: lo stato d’animo dominante tra il 65% degli italiani è l’incertezza, con un logoramento sfociato da una parte in stratagemmi individuali di autodifesa e dall’altra in “crescenti pulsioni antidemocratiche”. Per il 48% ci vorrebbe “un uomo forte al potere”. Il 69,8% è convinto che nell’ultimo anno siano aumentati gli episodi di intolleranza e razzismo verso gli immigrati. Per il 58% è aumentato anche l’antisemitismo.
In mezzo a tenta incertezza, l’Europa torna a rassicurare, anche se non tutti: il 62% degli italiani è convinto che non si debba uscire dall’Unione europea, ma il 25%, uno su quattro, è invece favorevole all’Italexit. Se il 61% dice no al ritorno della lira, il 24% è favorevole e se il 49% si dice contrario alla riattivazione delle dogane alla frontiere interne della Ue, considerate un ostacolo alla libera circolazione di merci e persone, il 32% sarebbe invece per rimetterle. Intanto, oltre il 50% degli italiani controlla lo smartphone come primo gesto al mattino o l’ultima attività della sera prima di andare a dormire.