È probabile che la Bce rinnovi molto gradatamente il proprio portafoglio di obbligazioni societarie. Pertanto, il premio sui prezzi di questi bond generato dal Qe, si ridurrà solo molto lentamente
Pieter Jansen, senior strategist multi asset di NN Investment Partners
La Bce ha un bilancio di 4.600 miliardi di euro e 1.900 miliardi di euro di liquidità in eccesso dopo il Qe e inizierà presto a normalizzare il proprio bilancio. Pieter Jansen, senior strategist multi asset di NN Investment Partners, prefigura quali saranno le implicazioni per il mercato obbligazionario della zona euro nei prossimi anni.
Che tipo di scenari prevede?
Essenzialmente due. Nel primo, ci sarà una graduale normalizzazione dello stock di obbligazioni che la Bce avrà acquistato tra il 2022 e il 2026, in un contesto di crescita e inflazione positiva. Nella seconda, la normalizzazione avverrà in modo più aggressivo tra il 2021 e il 2023. Il primo scenario avrà l’impatto maggiore per gli asset sicuri e con duration lunga. Nel secondo scenario, tali asset saranno sottoposti a pressioni ancora maggiori e l’equilibrio tra l’esposizione alla crescita e l’esposizione a lungo termine diverrà ancora più pronunciato.
Quale sarebbe l’impatto della normalizzazione della politica monetaria della Bce sui bond societari?
È probabile che la Bce rinnovi molto lentamente il proprio portafoglio. Pertanto, il premio sui prezzi delle obbligazioni societarie generato da Qe, si ridurrà solo molto lentamente. Nel secondo scenario ciò avverrà più rapidamente. In un contesto economico positivo e con tassi d’interesse in aumento, sono da preferire le obbligazioni societarie con duration inferiore e quelle che beneficeranno maggiormente della crescita. In entrambi gli scenari, le obbligazioni ad alto rendimento e le obbligazioni convertibili dovrebbero fare meglio del credito investment grade.
Quale impatto della normalizzazione sugli Emergenti?
La sensibilità degli Emergenti all’attività della Bce è nettamente inferiore a quella della Fed. Anche se vi sono alcuni rischi a breve termine e un’elevata volatilità dei mercati, le condizioni generali fondamentali sono positive per gli emergenti. Gli spread appaiono piuttosto interessanti, e la combinazione di ciò con una crescita positiva e una graduale normalizzazione dovrebbe essere positiva per queste economie, in entrambi gli scenari.
Minore sensibilità ai tassi e correlazioni positive con i rendimenti sostengono i titoli ibridi. Tra le aree degli emittenti i fund manager consigliano di guardare all’Europa, per i dati macro e il sostegno della Bce
Questo tipo di obbligazioni sono un buon elemento di diversificazione del rischio e meritano un posto nell’ambito di un portafoglio multi-asset o multi-strategia
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