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Un commento che lasciava intendere che Tesla avesse venduto la famosa criptovaluta ne ha affossato le quotazioni. Successivamente l’imprenditore ha smentito (ma adesso preferisce il dogecoin)
Bitcoin sì, bitcoin no, bitcoin forse: Elon Musk, Ceo di Tesla e potente market mover umano delle quotazioni delle criptovalute, sembra avere perso entusiasmo nel bitcoin. Almeno a giudicare delle ultime fortune della famosa criptovaluta, reduce da un capitombolo dopo che lo stesso Musk in un tweet ha lasciato intendere, in uno scambio su Twitter di domenica, che Tesla avesse venduto il resto del suo portafoglio in bitcoin, dopo che già nei giorni precedenti il produttore di auto elettriche aveva annunciato di aver smesso di accettare pagamenti con questa criptomoneta. In una settimana, il bitcoin ha perso oltre il 20% scendendo intorno ai 43mila dollari.
Il controverso imprenditore, che su Twitter si autodefinisce “tecno-re di Tesla e imperatore di Marte”, può essere considerato come una specie di superinfluencer in questo campo, visto che le decisioni di Tesla sulle criptovalute, e in particolare sui bitcoin, sono riusciti a muoverne con decisione le quotazioni diverse volte durante l’anno, solitamente al rialzo. A febbraio, in un filing alla Sec (la Consob statunintense), Tesla ha rivelato di aver comprato l’equivalente di 1,5 miliardi di dollari in bitcoin. E successivamente ha rivelato di avere guadagnato 101 milioni di dollari dalle vendite, con effetti decisamente benefici sugli utili della compagnia di auto elettriche.
E adesso, che cosa è successo? Con una dinamica molto poco istituzionale – va ricordato che Tesla è una società quotata – Musk ha risposto via Twitter a una persona che ventilava una possibile vendita dei bitcoin residui di Tesla, e affermava al contempo che non si potesse biasimare una simile decisione visto l’odio di cui è destinatario l’imprenditore, replicando in questo modo al tweet: “Infatti”. Tanto è bastato per far partire il tam tam sul mercato. Poi l’indomani Musk ha nuovamente twittato, in risposta a un commento: “Per chiarire sulla speculazione, Tesla non ha venduto bitcoin”.
Ma ormai appare chiaro che la criptovaluta inventata dal misterioso Satoshi Nakamoto non sia più nelle grazie dell’imprenditore. Come accennato, Tesla non accetta più pagamenti in bitcoin, in ragione dei problemi ambientali legati a esso (il processo di mining è particolarmente energivoro), e Musk (sempre dalla sede istituzionale del suo account Twitter) ha suggerito agli esperti di bitcoin di usare, piuttosto, PayPal per le loro transazioni.
Ma l’altro aspetto che alcuni fanno notare è che al momento ci sarebbe un’altra criptovaluta nel cuore di Musk: il dogecoin, nato per scherzo nel 2013 e via via sdoganato dal popolo dei criptoentusiasti. La società aerospaziale di Musk, SpaceX, ha infatti annunciato la scorsa settimana l’intenzione di accettare pagamenti in dogecoin per il lancio di una missione lunare nel 2022.
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