La Bce metà falco e metà colomba sorprende gli investitori
Tassi su di mezzo punto e via libera allo scudo anti-spread con acquisti senza limiti ma condizionati. I commenti dei gestori
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C’è chi dice che a vincere le prossime elezioni italiane sarà la Bce, dal momento che a prescindere dal responso delle urne saranno comunque le stringenti, e discrezionali, condizioni dello scudo anti-spread a decidere la politica economica tricolore. Ma c’è anche chi non la vede così ed è anzi convinto che neppure Francoforte e la sua ultima trovata, il Transmission protection instrument, potranno fermare la deriva di un Paese che ha messo alla porta Mario Draghi.
Tra questi ultimi c’è Gilles Moëc, group chief economist di Axa Investment Managers, che punta l’attenzione sul programma economico della coalizione che, almeno stando ai sondaggi, dovrebbe conquistare Palazzo Chigi il prossimo 25 settembre. E che vede l’attuale orientamento delle banche centrali improntato più che altro all’inerzia mentre il rischio di una recessione diventa sempre più incombente su entrambe le sponde dell’Atlantico.
Stando a Moëc, Christin Lagarde e colleghi hanno deciso di strappare il cerotto sui tassi negativi nonostante quanto annunciato a giugno, con una mossa che potrebbe avere un costo permanente in termini di credibilità se la Bce decidesse in futuro di offrire nuovamente una forward guidance. “Probabilmente il Consiglio ha visto la mossa come una valida concessione ai falchi al fine di ottenere il sostegno unanime al Tpi, il suo nuovo strumento anti-frammentazione”, osserva, sottolineando che mentre lo scudo sarà probabilmente in grado di proteggere il resto della periferia in caso di contagio proveniente da Roma, non sarà però “utile per affrontare il dramma italiano in sé”.
In sostanza, per l’economista la risposta dell’Eurotower allo psicodramma italiano è stato un sonoro: ‘fatti vostri’. “Anche la ‘condizionalità leggera’ del Tpi comporta il rispetto di alcuni ‘contratti’ esistenti con l’Ue che sono stati al centro delle tensioni in seno alla coalizione di Draghi. Il messaggio agli ambienti politici italiani è che per ora devono cavarsela da soli”, sostiene.
Dunque, secondo Moëc, il modo in cui i partiti vincitori modificheranno i loro attuali programmi sarà fondamentale per contenere un ulteriore allargamento dello spread. “Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia e attualmente in testa nei sondaggi in una coalizione di destra, ha già attenuato la sua posizione euroscettica, ma sulle questioni fiscali e strutturali prevale ancora il radicalismo”, fa notare.
Nel frattempo Francoforte tirerà dritto con la normalizzazione, anche se il contesto potrebbe far perdere quota ai falchi. “Notiamo che per molti operatori economici dell’area dell’euro le condizioni finanziarie sono già restrittive: l’ultima indagine sul credito bancario suggerisce un rapido irrigidimento degli standard di prestito. Il Pmi flash di luglio è coerente con un rapido ritmo di deterioramento dell’economia reale e l’emergere di scorte involontarie potrebbe infine frenare l’attuale dinamica dei prezzi. Questo potrebbe gradualmente concedere un po’ di terreno alle colombe della Bce, anche se ci aspettiamo che anche a settembre il rialzo sarà di 50 punti base”, conclude Moëc.
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