Tiene la fiducia degli investitori nell’economia italiana
A settembre il Cfa Radiocor “Sentiment Index” cala ma resta sui livelli più alti da fine 2020. Generali Investments: il rischio premia ancora
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Dopo mesi di alta velocità, è tempo di tirare il fiato. Ed è ciò che accadrà ai mercati globali secondo gli operatori finanziari, che esprimono quindi maggiore prudenza sulle prospettive di borsa in un contesto ancora condizionato dall’incertezza per l’evoluzione della pandemia, per l’andamento dell’inflazione e per le tensioni internazionali, ma che si mostrano decisamente ottimisti sul futuro dell’economia italiana.
Il cambio di prospettiva emerge dal sondaggio realizzato in occasione della 47esima edizione del Forum Ambrosetti da Assiom Forex, in collaborazione con Il Sole 24 Ore Radiocor. Rispetto a un mese fa, il sondaggio di agosto riflette dunque una stabilizzazione delle attese sull’andamento dei mercati nei prossimi sei mesi. Nello specifico scende dal 66% al 45% la percentuale di quanti si attendono nuovi rialzi degli indici, rialzi che per un 2% di super-ottimisti (da 5%) saranno superiori al 10% mentre sale dal 6% all’11% il campione di quanti mettono ora in conto ribassi, che per il 2% potrebbero essere in doppia cifra. Si attesta infine al 44% dal 28% di trenta giorni fa la percentuale di quanti attendono mercati stabili.
“La corsa storica degli indici azionari mondiali e di Wall Street in particolare – spiega il presidente di Assiom Forex, Massimo Mocio – sta iniziando a suonare qualche sirena di allarme, ragione per cui non stupisce che la maggioranza relativa degli operatori nel mese di agosto si sia espressa per un assestamento dei valori sui livelli attuali. Le incertezze legate da una parte alla crescita dell’economia mondiale e all’insufficienza di materie prime in alcune nicchie industriali che esercitano continue pressioni inflazionistiche e, dall’altra, la minaccia alla ripresa rappresentata dalla recrudescenza del Covid, stanno altresì generando nuove riflessioni all’interno dei consigli delle banche centrali, tanto che non sorprenderebbe vedere una roadmap sul tapering da parte della Fed prima della fine dell’anno”.
Proprio in vista di una prossima, probabile, divergenza fra le politiche monetarie tra le due sponde dell’Atlantico, gli operatori ritengono possibile, sul fronte dei cambi, un recupero di posizioni dell’euro rispetto al dollaro. Secondo il 30% degli operatori infatti la divisa comune si rafforzerà rispetto al greenback mentre sul fronte opposto un rafforzamento del dollaro è atteso dal 24% degli operatori. Resta comunque maggioritaria al 46%, ma in calo dal 64% di luglio, la percentuale di quanti si attendono una sostanziale stabilità del cross.
L’impegno della Bce a mantenere condizioni di finanziamento favorevoli a lungo promette anche condizioni molto favorevoli per il mercato del debito sovrano. Su questo fronte, il 98% complessivo degli operatori ritiene che lo spread rimarrà stabilmente sotto i 150 punti con un 26% che lo vede scendere fra i 50 e i 100 punti a fronte di un 72% che unta sulla permanenza nell’attuale fascia di oscillazione compresa fra 100 e 150 punti.
Per quanto riguarda il nostro Paese, le prospettive degli operatori finanziari sono decisamente rosee. Per la maggior parte, infatti, l’Italia potrebbe riuscire a mettersi definitivamente alle spalle la fase della crescita zero virgola e mantenere una fase di crescita strutturalmente più alta rispetto al passato una volta esaurita l’attuale fase di eccezionale rimbalzo rispetto allo scorso anno (+17,3% nel secondo trimestre su anno).
Secondo il 67% degli operatori l’economia italiana riuscirà a far buon uso delle risorse europee e a intraprendere un cammino di crescita superiore al passato grazie anche al programma di riforme strutturali concordato con Bruxelles. Secondo il rimanente 33%, invece, una volta esaurito l’attuale rimbalzo, l’economia tornerà ai modesti ritmi di espansione del passato rimanendo schiacciata dal peso dell’alto debito pubblico e della bassa competitività.
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