Il filone “smart” entra in portafoglio
Dalla smart mobility alla smart-city. I trend "intelligenti" diventano il nuovo cavallo di battaglia dei gestori. E cresce l'offerta dei fondi dedicati
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Articolo pubblicato su FR MAGAZINE | Ago – Set 2018 |
Tornano in auge gli absolute return. I fondi che perseguono il rendimento assoluto possono essere una scelta vincente in un mondo in cui l’inflazione si è palesata e un atteggiamento meno accomodante da parte di tutte le banche centrali si è accompagnato a volatilità su tutti i listini.
“Dopo un’apertura d’anno che ha visto i mercati azionari globali proseguire nell’intonazione positiva del 2017, a partire dal mese di febbraio la volatilità è tornata a essere protagonista – confermano da Anima – In un contesto di mercato come quello attuale in cui sono presenti elementi di incertezza, e in vista della prossima ritirata dal QE da parte della BCE oltre che di ulteriori rialzi dei tassi americani, uno stile di gestione flessibile dei portafogli può contribuire a contenere la volatilità senza rinunciare a eventuali opportunità”. Dunque, premesse tutte le considerazioni del caso sul profilo di rischio e l’orizzonte temporale dell’investitore, “può tornare utile introdurre all’interno del portafoglio fondi di investimento flessibili a ritorno assoluto, che utilizzano strategie e tecniche innovative di gestione, per puntare a produrre performance anche in parte decorrelate dai mercati, con l’obiettivo di difendere il capitale nelle fasi di ribasso e accompagnare i movimenti al rialzo”, continuano da Anima.
I fondi absolute return si pongono dunque “l’obiettivo di generare ritorni positivi utilizzando una serie di tecniche di investimento che differiscono da quelle dei fondi comuni tradizionali – spiega Gianluca D’Alessio, portfolio manager di Fia Asset Management, società di gestione di Farad Group – Per esempio, i fondi absolute return possono vendere titoli allo scoperto, utilizzare la leva finanziaria, utilizzare strumenti derivati, come opzioni, futures e swap, e investire in asset non convenzionali o illiquidi”.
L’offerta di fondi absolute return è molto vasta: secondo le opinioni raccolte da Focus Risparmio tra i gestori, alcuni spiccano per aver garantito performace particolarmente brillanti nel lungo periodo: da prodotti che si servono di un approccio quantitativo per investire nell’azionario europeo a veicoli con strategia market neutral che miscelano strumenti derivati, fondi e titoli azionari; fino ad arrivare a strumenti che utilizzano Etf per ottenere un’esposizione su equity, fixed-income, commodity e forex.
Ma, al di là delle singole strategie di investimento, quali sono le caratteristiche di un buon total return? “Innanzitutto, non necessariamente il concetto di absolute return va legato a una logica di basso rischio – afferma Alessandro Allegri, amministratore delegato di Ambrosetti Am Sim – Possono dunque esistere strategie sia bassa sia ad alta volatilità e in tal senso non esiste un vincolo legato a uno o più mercati di riferimento né agli strumenti da utilizzare o alle tecnicalità sottostanti. Certamente, invece, l’approccio comune e insindacabile è che stiamo parlando di soluzioni a gestione attiva”.
Le basi da cui partire per costruire un portafoglio a ritorno assoluto solo le medesime che per qualsiasi investimento nel risparmio gestito: “I parametri iniziali che devono essere presi in considerazione – dice Allegri – sono naturalmente l’orizzonte temporale entro il quale voglio misurare il mio ritorno assoluto, il livello atteso di rischio e il target di rendimento”.
Un ulteriore parametro da guardare è il livello di protezione offerto, proprio perché peculiare dello strumento: che può assumere la forma di una garanzia con valore formale o di un obiettivo non vincolante e contenere limitazioni al solo capitale e clausole di knock-out (sotto un certo livello di perdita, sparisce la protezione). Attenzione infine anche a vincoli temporali e illiquidabilità.