Lagarde ricalibra il bazooka: altri 500 miliardi per il Pepp
La Bce porta il totale degli acquisti a 1.850 miliardi e li estende fino a marzo 2022. Via libera a tre nuove aste Tltro, fermi i tassi. Peggiorano le stime 2021. Mercati tiepidi
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Bene ma non benissimo. Le borse europee partono con il segno più, quelle asiatiche chiudono in rialzo e i future di Wall Street viaggiano in positivo dopo la conferma di una Fed ancora per lungo tempo in modalità colomba e soprattutto dopo la notizia che Democratici e Repubblicani Usa sono a un passo dall’accordo su un pacchetto da 900 miliardi di dollari per sostenere l’economia.
In particolare, come atteso, nell’ultima riunione di un 2020 particolarmente difficile e operativo, la Federal Reserve ha lasciato invariati i tassi di interesse, con il costo del denaro che rimane in una forchetta fra lo 0 e lo 0,25%. Powell e colleghi hanno però soprattutto annunciato che il programma di acquisto di bond andrà avanti, al ritmo attuale di 120 miliardi di dollari al mese, fino a quando non ci saranno “sostanziali” progressi verso obiettivi più ampi in termini di occupazione e inflazione.
Secondo l’istituto centrale americano, la pandemia crea “considerevoli rischi” nel medio termine, e i funzionari del Fomc non si aspettano di raggiungere questi obiettivi per anni (per la maggior parte di loro i tassi di interesse attesi rimarranno vicini allo zero almeno fino al 2023).
Delusi quindi quegli investitori che si aspettavano indicazioni più precise sul futuro e soprattutto quelli che prevedevano un incremento degli acquisti di bond, sulla scia dell’attivismo dei colleghi della Bce. Powell ha comunque precisato che se la situazione peggiorasse lo shopping aumenterà, ma ha sottolineato che durante la riunione “non si è parlato di misure future”. La delusione ha comunque causato vendite sui Treasury.
La Fed ha poi rivisto in meglio le stime di crescita per l’economia americana nel 2021, quando il Pil è atteso in crescita del 4,2% a fronte del 3,2% inizialmente stimato. Il 2020 si chiuderà invece con un Pil in calo del 2,4%, mentre il tasso di disoccupazione si attesterà al 6,7% quest’anno, per poi calare al 5% il prossimo e al 4,2% nel 2022.
Immediate, appunto, le ripercussioni sui mercati. L’euro corre, +0,24% a 1,2231, lo yen guadagna lo 0,13% a 103,33, la sterlina segna un +0,35% a 1,3556, portandosi ai massimi dalla primavera del 2018, guardando alla BoE e sperando soprattutto in un’intesa sulla Brexit. In rialzo anche dollaro e barile.
La Fed “ha lasciato la politica invariata e ha mantenuto le sue prospettive cautamente ottimistiche”, commentano gli analisti di Ing. Tuttavia, “anche con una prospettiva crescente di un nuovo pacchetto di sostegno fiscale e notizie su un vaccino, la Fed continua a suggerire di vedere poche possibilità di tassi di interesse più elevati prima del 2024”, avvertono gli esperti. Sul fronte degli acquisti di asset, sottolineano da Ing, la nuova guidance sul Qe “è ancora piuttosto vaga, ma rafforza l’opinione che la Fed farà tutto il possibile per garantire che la ripresa ottenga trazione”. Dello stesso parere gli economisti di Commerzbank, secondo cui “è probabile che la politica monetaria rimanga a lungo ultra-espansiva”.
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