Gli italiani tornano ottimisti, ma continuano a risparmiare
Aumenta la fiducia su economia e lavoro. Ma i soldi sono pochi e i consumi restano al palo. Si conferma la voglia di risparmiare. Lo studio di via Nazionale
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Un dato da incorniciare per l’industria italiana. La produzione a luglio è infatti salita oltre i livelli di febbraio 2020, quando il Covid non era neppure immaginabile, con l’Istat che certifica la “dinamica favorevole” del settore. Non solo: dal bollettino mensile dell’Istituto di statistica emerge poi che nel secondo trimestre 2021 il Pil tricolore ha messo a segno un incremento significativo del 2,7%, superando in accelerazione anche Francia e Germania. Buone notizie anche dal mercato del lavoro, mentre l’unica nota stonata, ma non allarmistica, arriva dal fronte inflazione: per i tecnici sono in arrivo nuovi aumenti.
Continua dunque a correre il manifatturiero italiano, che a luglio ha registrato un aumento dello 0,8% rispetto a giugno. Nella media del periodo maggio-luglio il livello della produzione cresce dello 0,6% sui tre mesi precedenti. Rispetto a febbraio dello scorso anno, mese antecedente l’inizio dell’emergenza sanitaria, a luglio il livello dell’indice della produzione industriale è quindi superiore dell’1,5%, sottolinea l’Istat.
Per i tecnici si è registrato “un incremento congiunturale della produzione industriale che consolida la crescita del mese precedente. Anche nella media degli ultimi tre mesi la dinamica congiunturale risulta favorevole. In termini tendenziali, l’indice corretto per gli effetti di calendario è in crescita, con aumenti diffusi a tutti i raggruppamenti di industria, ad esclusione dell’energia”.
Quanto alla ripresa, nella nota mensile di agosto sull’andamento dell’economia italiana, l’Istituto di statistica afferma che nel secondo trimestre dell’anno, dopo il marginale aumento tra gennaio e marzo, il Pil ha segnato un incremento significativo (+2,7%) superiore a quello medio dell’area euro (2,2%) e di Francia e Germania. Un risultato che “riduce ulteriormente il divario rispetto al periodo pre-crisi: la variazione rispetto al livello registrato nell’ultimo trimestre del 2019 resta negativa (-3,8%, circa 16 miliardi) ma vicina a quella di Francia e Germania (-3,2% e -3,3%) e decisamente più contenuta di quella segnata dalla Spagna (-6,8%)”.
Migliorano anche le previsioni riguardo il mercato del lavoro. “Le prospettive per la domanda di lavoro da parte delle imprese mantengono un orientamento positivo: i giudizi delle imprese presentano saldi positivi per tutti i settori economici anche se in riduzione, rispetto a luglio, nelle costruzioni e nei servizi”, scrive l’Istat nella Nota mensile. La crescita economica ha infatti determinato un miglioramento anche del mercato del lavoro, con un aumento significativo nel secondo trimestre delle ore lavorate e delle unità di lavoro. I dati di luglio, ricorda l’Istituto, indicano un livello dei lavoratori dipendenti superiore a quello di febbraio 2020 sebbene il totale degli occupati sia ancora inferiore di 265mila unità.
Quanto all’inflazione, anche per l’Istat è destinata a salire nei prossimi mesi. È infatti cresciuta la percentuale dei consumatori che si attendono un forte aumento dei prezzi, mentre tra le imprese si manifestano attese di rincari nel settore delle costruzioni e per i beni del comparto manifatturiero destinati al consumo. Ad agosto, ricorda l’Istat, è proseguita la ripresa dell’inflazione, spinta dalla componente energetica. In base alla stima preliminare diffusa a fine mese, l’indice dei prezzi al consumo per l’intera collettività (Nic) ha registrato un incremento tendenziale del 2,1% (2 decimi di punto al di sopra del mese precedente).
Dopo i dati di luglio, Paolo Mameli, senior economist Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo, prevede un altro incremento per la produzione industriale nel terzo trimestre, sia pure meno marcato di quello visto nei primi due trimestri dell’anno. “Le indagini di fiducia delle imprese confermano che l’industria resta in fase espansiva, anche se si nota una moderata decelerazione rispetto ai ritmi della prima parte dell’anno – osserva -. Le difficoltà di approvigionamento di materiali, e i rincari delle materie prime, sembrano negli ultimi mesi aver acquisito maggiore importanza come ostacolo all’attività produttiva delle aziende. In ogni caso, la crescita dell’economia oggi è trainata non dall’industria ma dai servizi, che hanno ancora ampi margini di recupero dopo i drammatici effetti della pandemia: mentre l’industria ha già recuperato i livelli pre-crisi, il valore aggiunto nei servizi nel 2° trimestre 2021 restava del 5% inferiore ai livelli di fine 2019 (-9,4% nel commercio trasporto alloggio e ristorazione, -14,4% nelle altre attività dei servizi)”.
Quindi, per l’esperto anche se il trend di rallentamento nell’industria dovesse accentuarsi, il contributo dei servizi è tale da compensare abbondantemente il minore dinamismo prospettico di manifatturiero e costruzioni. “Proprio in ragione di un contributo ancora molto forte dai servizi (il cui valore aggiunto è cresciuto di 2,9% t/t nel 2° trimestre, contro il 2,7% del Pil), pensiamo che l’attività economica possa aver mantenuto un ritmo di crescita assai sostenuto nel trimestre estivo (nel range 1,5-2% t/t) prima di rallentare (poco sotto l’1% t/t) nello scorcio finale dell’anno”, afferma Mameli.
“Il nostro scenario – precisa l’esperto – sconta un’evoluzione della quarta ondata pandemica non tale da indurre le autorità a misure restrittive comparabili a quelle viste durante le ondate precedenti (anche in ragione dello stadio avanzato della campagna vaccinale). Di conseguenza, stiamo rivedendo al rialzo le nostre previsioni di crescita per il Pil italiano, visto ora rimbalzare a un ritmo di almeno 5,7% quest’anno (dopo il -8,9% registrato l’anno scorso). A nostro avviso, i rischi rispetto a questa proiezione di crescita sono ora verso l’alto”.
Per Lucio Poma, capo economista di Nomisma, i dati sulla produzione industriale di luglio, uniti alla stima Ocse di una crescita del paese al 5,9% e alle rassicurazioni di Christine Lagarde che la Bce, pur avendo ricalibrato il Pepp, non metterà in atto un tapering, accrescono il clima di fiducia non solo all’interno del Paese, ma anche all’esterno. “L’Italia sta mettendo in luce uno straordinario motore dinamico assai appetibile per gli investitori internazionali” , assicura.
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