Bce: rischi climatici soprattutto per banche e imprese italiane
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L’Italia è ripartita con decisione e, a pochi giorni dalla compilazione della Nota di aggiornamento al Def da parte del governo, arrivano da più parti segnali e previsioni incoraggianti. Dopo S&P che ha rivisto al rialzo il Pil tricolore al + 6% quest’anno e al +4,4% il prossimo, anche il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, parla di una ripresa oltre le previsioni di inizio anno. Non solo: a ingrossare le fila degli ottimisti, arrivano anche i dati Istat, con la fiducia dei consumatori ai massimi da 23 anni, e il report Prometeia, secondo cui il Prodotto interno lordo italiano nel 2021 potrebbe superare il +6%.
L’economia italiana “nonostante le debolezze in moltissimi campi, ha mostrato di essere vitale” e “vediamo un’uscita da questa recessione anche superiore alle attese” e le stime “di inizio anno”, ha affermato Visco in un’intervista a Rai Istituzioni, citando la risposta in termini di “produzione, consumo e investimenti che fa ben sperare nella ripresa in corso”.
Il governatore ha anche tentato di smorzare i timori sulla fiammata dei prezzi, spiegando che si tratta di un fenomeno temporaneo. “Non c’è un timore di inflazione così alto come alcuni pensano”, ha assicurato. “Noi osserviamo dei prezzi che sono più alti, ma in tutte le valutazioni che abbiamo fatto non ci sono fattori di fondo che spingono questa inflazione a proseguire nel tempo. Ci sono fattori temporanei alla base del rialzo dei prezzi e abbiamo previsioni europee che ci dicono quest’anno inflazione in media nell’area dell’euro sarà superiore 2% ma dall’anno prossimo e in quello dopo scenderà di nuovo al di sotto”, ha concluso.
Intanto buone notizie arrivano dai consumatori la cui fiducia, dopo il calo di agosto, a settembre è in netto rialzo, da 116,2 a 119,6, e arriva a toccare il livello più alto dal gennaio 1998, inizio della serie storica. Un deciso aumento che, secondo l’Istat, “riflette un diffuso ottimismo soprattutto sulla situazione economica generale e su quella corrente. In particolare, il clima economico e quello corrente registrano gli incrementi più marcati (rispettivamente, da 132,4 a 143,6 e da 112,0 a 116,1); il clima personale e quello futuro evidenziano aumenti più contenuti (da 110,8 a 111,5 il primo e da 122,5 a 124,7 il secondo)”.
Peggio va alle imprese per le quali, invece, la fiducia cala per il secondo mese consecutivo, pur restando su livelli storicamente elevati. L’indice di settembre è infatti stimato in diminuzione da 114,0 a 113,8. In particolare, mentre l’industria manifatturiera fa registrare una lieve retromarcia, il commercio al dettaglio è decisamente più pessimista (l’indice scende, rispettivamente, da 113,2 a 113,0 e da 113,6 a 106,8). Vedono rosa, invece, le costruzioni, dove la fiducia passa da 153,8 a 155,5, e il comparto dei servizi di mercato (da 111,8 a 112,3).
Previsioni positive anche da Prometeia, secondo cui la scelta di puntare sulla campagna di vaccinazione sta pagando, l’export e la manifattura italiana tengono e i conti pubblici vanno meglio del previsto. Tre ragioni di ottimismo, insomma, per supportare l’ipotesi che l’Italia possa arrivare o anche superare un Pil al +6% nel 2021 che sono state individuate dal “Rapporto di previsione” di settembre.
Accanto vengono segnalati tre banchi di prova da superare nel breve periodo. Sono l’andamento dell’inflazione e i rincari attesi per le bollette, la verifica del fatto che la ripresa delle costruzioni, che è stata parte della ripresa degli ultimi mesi, sia sostenibile, infine il raggiungimento già per fine anno di una serie di condizioni poste dal Pnrr.
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