AIAF: il portafoglio modello per l’estate gioca in difesa
Neutralità è la parola d’ordine del terzo trimestre. Azionario Usa e Treasury in sovrappeso
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L’estate, come vuole la tradizione, è una stagione turbolenta per i mercati. E quella del 2019, entrata ampiamente nel vivo con un mese di giugno caratterizzato da performance brillanti in Borsa, potrebbe non essere da meno. “Ci sono estati come quella del 2012 che regalano un inatteso quanto gradito whatever it takes, ma più di frequente, negli ultimi 30 anni, l’estate è stata sinonimo di turbolenza sui mercati finanziari”, afferma Donatella Principe, director – market and distribution strategy di Fidelity International.
Si può andare indietro al luglio 1997, con lo scoppio della crisi asiatica; o all’agosto dell’anno successivo, con quella russa, che vide il rublo svalutarsi del 40% in un solo giorno. O ancora, prosegue Principe, alla “crisi dell’Argentina dello scorso anno, con il Fmi costretto al più grande piano di salvataggio della sua storia. Un evento che richiama facilmente alla memoria quanto accaduto tra giugno e agosto del 2001. Ovviamente la madre di tutte le crisi estive è stata quella dei subprime. La prima avvisaglia si vide a luglio 2007, con un pessimo dato sui default dei mutui Usa; ma tutto il casino esplose solo un anno dopo, portando a settembre 2008 al fallimento di Lehman Brothers. Da allora, nel decennio del rally più lungo della storia dei mercati finanziari, si contano paradossalmente ben poche estati tranquille”.
E quest’anno? “Giugno è stato il miglior mese per il Dow Jones in 80 anni. E se luglio sta facendo registrare nuovi massimi assoluti per la borsa Usa, anche altri risky assets, come il Btp, stanno vivendo una pausa nell’altalena dello spread”, spiega Principe. Se potrà durare lo vedremo: un primo banco di prova sarà la riunione della Fed a fine luglio. Ma, poi a dominare, sarà l’incertezza.
“A caratterizzare i mercati nel corso dell’estate sarà la più elevata incertezza politica registrata dagli indici negli ultimi dieci anni – conferma Manuela D’Onofrio, head of investments & products di Cordusio Sim – La guerra commerciale avviata dagli Usa verso la Cina avrà impatti sulle catene di fornitura globali che andranno ben al di là del possibile accordo tra Donald Trump e Xi Jinping al G20 di Osaka del 28-29 giugno. In Europa, sono diverse le questioni sul tappeto: la situazione dell’Italia e i crescenti timori rispetto a una hard Brexit”, o addirittura a un no deal. Evento che ha preso quota sulle lavagne dei bookmaker dopo l’elezione di Boris Johnson a primo ministro del Regno Unito.
Al momento, il ritmo di crescita globale sembra essersi stabilizzato a un livello inferiore rispetto a quello registrato nel 2018. E nella seconda metà del 2019, “la crescita anemica, soprattutto di Europa e Giappone, potrebbe comportare per i mercati azionari ritorni più bassi e una maggiore volatilità – dice D’Onofrio – Operativamente i fattori di rischio elencati ci inducono innanzitutto a ridurre il peso dell’azionario globale nella fascia bassa del range di neutralità e a sottopesare l’equity emergente, nell’ottica di rendere il portafoglio più difensivo. Incrementiamo, invece, sovrappesandola, la parte obbligazionaria emergente, puntando sulle emissioni in dollari, il cui yield to maturity è pari a circa il 6%”.
In conclusione, l’approccio alla gestione del portafoglio nell’estate 2019 dovrebbe ricordare i buoni comportamenti da tenere al mare, suggerisce Principe: “va bene esporsi, ma senza dimenticare la crema protettiva. La ricerca di rendimenti deve essere quindi bilanciata da un focus crescente sul premio per il rischio; il posizionamento sui risky assets va implementato con grande attenzione alle valutazioni; e non va dimenticato che più che mai c’è bisogno di un approccio modello-assicurativo al portafoglio, diversificando le posizioni più rischiose con attività difensive e de-correlate”. In attesa che l’autunno porti gli elementi di incertezza a una soluzione (o a un definitivo deterioramento).