Draghi, sul Qe appuntamento a ottobre
La Bce non ha toccato i tassi e ha confermato il Qe al ritmo di 60 miliardi al mese almeno fino a dicembre.
2 min
C’è ottimismo tra gli operatori sul futuro delle Borse. I mercati continueranno a salire, a dispetto delle incertezze (sempre meno) geopolitiche e del super euro. Un ottimismo che è emerso anche da un sondaggio condotto da Assiom Forex, in collaborazione con Radiocor Plus, tra i suoi associati. Entrando nel dettaglio, il 43% dei professionisti che hanno preso parte al sondaggio attende nuovi rialzi nel corso dei prossimi mesi, che per il 42% saranno compresi tra i 3 e i 10 punti percentuali, mentre per un ulteriore 1% saranno superiori al 10%. Per il 40% degli operatori, poi, i mercati rimarranno stabili; una definizione che include variazioni massime del 3% sia al rialzo che al ribasso. Solo per il 17%, invece, sono possibili ribassi compresi tra il 3 e il 10 per cento.
Dati che trovano conferma anche tra gli esperti interpellati da Focus Risparmio, convinti che le Borse continueranno a salire, soprattutto nel Vecchio Continente. “La robusta ripresa economica e il miglioramento delle prospettive aziendali fanno dell’Europa la più interessante delle principali piazze azionarie – spiega Tomás Pintó, senior investment manager, co-lead european equities di Pictet Am – Le aziende della regione stanno diventando più competitive nel mondo. Il taglio dei costi e la maggiore produttività hanno inoltre permesso alle imprese di conquistare una fetta più ampia dell’export globale. Un altro elemento positivo, poi, è la modesta inflazione salariale. Sebbene in rialzo, i tassi di occupazione europei sono più bassi che nelle altre aree. Di conseguenza, l’impatto delle pressioni salariali sui costi è rinviato e le società europee hanno un vantaggio competitivo rispetto alle concorrenti di Stati Uniti, Giappone e mercati emergenti”.
E in Europa, Ken Hsia, portfolio manager dell’European Equity Fund di Investec Am, guarda con favore soprattutto alle large cap: “Il miglioramento della traiettoria dei guadagni che abbiamo osservato in Europa a partire dall’inizio dell’anno sta diventando sempre più solido, favorito dalla domanda industriale e da segnali di un aumento sia dell’occupazione sia della capacità di spesa dei consumatori in quei Paesi dell’Europa del Sud che finora si erano dimostrati in ritardo. La ripresa ciclica in Europa, all’interno di settori come quello delle costruzioni, è ancora nelle sue prime fasi e ciò significa che vi sono margini per un ulteriore aumento dei guadagni”.
Il super euro? Non fa paura. Tornando al sondaggio condotto da Assimo Forex, gli aderenti all’associazione sono convinti che la corsa della moneta unica non minerà il rafforzamento della ripresa, in Europa e in Italia. La maggior parte dei partecipanti al sondaggio (il 55%) ritiene che la corsa dell’euro sia ormai al capolinea e che il mercato dei cambi troverà presto un nuovo equilibrio. Ne è convinto anche Jaco Rouw, senior portfolio manager, global fixed income di NN Investment Partners, secondo cui la possibilità di un ulteriore indebolimento del dollaro sembra limitata: “Non siamo convinti che i dati deboli relativi all’inflazione statunitense e l’incertezza politica spingeranno il dollaro ancora verso il ribasso in futuro. Guardando al nostro differenziale di tassi preferito, il tasso reale a 10 anni, sembra che l’euro/dollaro abbia già attraversato la fase di overshooting, una prospettiva sostenuta dall’ampiezza di posizioni corte sul dollaro”.
Dunque, si prospetta una fine dell’anno a tutto equity. Senza lo spettro del super euro.