Pagani, Mef: il Pil può crescere del 1,5%
È la posizione personale espressa dal capo della segreteria tecnica del Mef
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Nel giorno in cui l’Eurostat comunica che il Pil dell’Eurozona è cresciuto dello 0,6% nel secondo trimestre del 2017, in accelerazione rispetto al primo trimestre quando la crescita era stata registrata a +0,5%, la Bce non ha toccato i tassi e ha confermato il Qe al ritmo di 60 miliardi al mese almeno fino a dicembre.
Il presidente della Bce Mario Draghi ha spiegato che la crescita nell’Eurozona continua “solida e ben diffusa” nei diversi Paesi e settori ma il rafforzamento dell’euro (che oggi viene scambiato a 1,20 sul dollaro, n.d.r.) e la volatilità dei cambi è causa di incertezza e motivo di preoccupazione. “La recente volatilità del tasso di cambio – recita la nota della Bce – rappresenta una fonte d’incertezza che richiede di essere monitorata, per le sue implicazioni sulla stabilità dei prezzi nel medio termine”.
Intanto l’istituto centrale ha rivisto al rialzo le stime di crescita dell’Eurozona per il 2017, portandole al 2,2% dal precedente 1,9%. Scendono invece le stime sull’inflazione che crescerà al ritmo dell’1,5% nel 2017, dell’1,2% nel 2018 e dell’1,5% nel 2019. Mario Draghi, ribadendo la fiducia sull’aumento dell’inflazione, spiega che questa “deve ancora mostrare segnali convincenti di un rialzo sostenuto”.
Riguardo all’uscita dal Qe, “la parte preponderante delle decisioni sarà presa probabilmente a ottobre”.