Il mondo cambia, anche per chi investe negli emergenti
21 febbraio 2019
di la Redazione
1 min
Diment (Aberdeen): “La guerra commerciale tra Usa e Cina sta avendo ripercussioni chiare e inequivocabili su molte di queste economie, che si basano sul libero commercio globale”
Brett Diment, head of global emerging market debt,di Aberdeen Standard Investments
Brett Diment, head of global emerging market debt,di Aberdeen Standard Investments, riflette su come sono cambiati nel tempo i fattori esterni in grado di influenzare le economie dei mercati emergenti. E spiega che “se in passato si trattava di un compito relativamente semplice dove era sufficiente tenere sott’occhio la politica della Fed, il trend del dollaro Usa e il Fondo Monetario Internazionale, oggi non è più così”.
“La guerra commerciale tra Usa e Cina – argomenta l’esperto – sta avendo ripercussioni chiare e inequivocabili su molte economie emergenti, che si basano sul libero commercio globale. Comprendere adeguatamente le implicazioni di questa guerra commerciale richiederà un livello di indagine più approfondito rispetto all’analisi politica di rischio calcolato fin qui adottata. Per comprendere appieno qualsiasi conseguenza, al di là di quelle più ovvie, saranno necessari mesi e mesi, indipendentemente dai contemporanei sviluppi, positivi o negativi, della guerra commerciale in corso”.
La nuova era della geopolitica “obbligherà altresì gli investitori a riconsiderare le supposizioni formulate in passato. Quest’anno, le sanzioni hanno compromesso la stretta correlazione esistente fra rublo e petrolio: ad aprile, le sanzioni a Rusal hanno determinato una flessione del rublo di contro a un andamento invariato delle quotazioni petrolifere, mentre la fine dell’anno ha visto un rally del rublo e un calo del petrolio, dovuti alla mancata messa in pratica di nuove sanzioni previste”.
“Per gli investitori nei mercati emergenti – continua l’analista – i fattori di rischio esterni non rappresentano certo una novità: rispetto al passato, il cambiamento è nel fatto che il principale fattore di rischio è oggi costituito proprio dagli Stati Uniti, il cui contesto politico è divenuto meno prevedibile. Le conseguenze dell’evoluzione delle politiche statunitensi potrebbero dimostrarsi di ampia portata, indebolendo l’influenza delle istituzioni multilaterali e i paesi che dipendono dal loro supporto”.
“Il mondo sta cambiando e chi investe nei paesi emergenti dovrà fare lo stesso”, conclude Diment.
1,10min
Moreno (Mirabaud Am): “Siamo positivi sulla duration lunga per le obbligazioni argentine e alcuni emittenti sovrani africani come Nigeria, Angola ed Egitto. Anche la Turchia offre un valore significativo”
Ci sono molti fattori positivi: impatto limitato delle sanzioni, efficace politica monetaria e fiscale, valutazioni di mercato attraenti e dividendi elevati
Iscriviti per ricevere gratis il magazine FocusRisparmio