Bankitalia vede il rimbalzo dell’industria: +30%. Ma il Pil resta a -9,5%
Gaiotti: ripresa parziale, le prospettive restano incerte. Governo promosso: nella Nadef stime coerenti. Ora servono misure rapide e senza sprechi
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Un rimbalzo nel terzo trimestre superiore a quello stimato lo scorso aprile e una ripresa che continuerà più contenuta nel quarto, con il Pil che tornerà ai livelli pre-Covid a fine 2022. Il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, si mostra in perfetta sintonia con Bankitalia nel corso dell’audizione sulla Nota di aggiornamento al Def davanti alle commissioni Bilancio di Camera e Senato, e ricorda che tutto dipenderà dal contenimento del virus, “la vera sfida da affrontare”.
Quanto al Pil, lo scenario di base del governo prevede una contrazione del 9% e si fonda su una riduzione della crescita nel quarto trimestre, cioè sconta già un aumento dei contagi in autunno. “Nello scenario peggiore è incorporato un aumento molto forte dei contagi con restrizioni in Europa molto marcate, che oggi non è lo scenario più probabile, e in quel caso la nostra stima è -10,5%”, ha precisato il titolare dell’Economia, sottolineando che, stando alle informazioni in possesso, “la prospettiva di una diffusione dei vaccini abbastanza ampia entro la prima metà dell’anno prossimo è molto alta”.
Per l’ultimo trimestre del 2020 “la stima di crescita è prudenzialmente fissata allo 0,4%”, mentre quella del terzo trimestre dovrebbe essere “superiore a quella ipotizzata nel Def di aprile”, ha chiarito. Il quadro programmatico che vede invece il Pil al +6% nel 2021, +3,8% nel 2022 e +2,5% nel 2023, è un “andamento che consentirà di ritornare a livelli pre-Covid nel terzo trimestre 2022”.
Insomma, stime da parte del governo “molto prudenti”, come ha ribadito Gualtieri, dopo che l’Ufficio parlamentare di bilancio ha definito “ottimistiche” le previsioni indicate nella Nadef per il biennio 2022-23. “C’è chi ritiene ottimistiche queste previsioni”, ha chiarito, spiegando che si tratta di “stime molto, molto prudenti, che non tengono conto dell’impatto delle riforme né dell’impatto ulteriore della riduzione del costo medio del debito, che è in corso e non è inserita nelle stime”. In particolare, “se efficaci le riforme strutturali possono innalzare il Pil, alla fine del periodo, nel 2026, di oltre due punti percentuali. Per prudenza questo effetto non è stato incluso nelle nostre previsioni”.
Il ministro è tornato poi ad assicurare che l’esecutivo varerà entro il triennio “un’ampia riforma fiscale” il cui modulo principale, ovvero quello relativo alla riforma dell’Irpef, dovrebbe essere operativo a partire dal primo gennaio 2022.
“L’anno prossimo le tasse non aumenteranno, ma si ridurranno”, ha aggiunto poi Gualtieri, spiegando che la riforma fiscale “sarà introdotta attraverso una legge delega e si collegherà alla riforma, che intendiamo adottare già dal 2021, che riguarda l’assegno unico universale per i figli”.
Tra le altre misure allo studio del governo, il titolare di via XX Settembre ha annunciato che l’esecutivo sta anche valutando un ulteriore prolungamento della moratoria sui crediti delle imprese, che attualmente scade il 31 gennaio. “Stiamo anche valutando con la Commissione europea cosa verrà prorogato il prossimo anno del Temporary framework”, ha aggiunto Gualtieri.
Tornando ai conti pubblici, il ministro ha anche evidenziato come la nuova stima di deficit 2020 prevista nella Nadef sia migliore di quella desumibile dal Def anche grazie a un andamento delle entrate “migliore del previsto” per “circa 6,9 miliardi”.
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