Tassa patrimoniale “ipotesi remota”
Mazziero allontana l’ipotesi di una tassa sul patrimonio degli italiani ma ammonisce dall’investimento in titoli del Tesoro: “Basta Bot-people, bisogna investire con la mentalità da imprenditore”
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Dalla 24esima edizione della European Financials Conference di Goldman Sachs, organizzata quest’anno virtualmente, il Ministro dell’Economia Roberto Gualtieri esclude categoricamente che l’esecutivo guidato dal premier Giuseppe Conte possa far ricorso a una “specifica tassa patrimoniale”.
Gli strumenti nell’arsenale a disposizione del governo sono altri. “Continueremo a lavorare per la digitalizzazione dei pagamenti, a combattere un’evasione fiscale che è a oltre 120 miliardi di euro l’anno, e a una riforma del fisco che semplifichi e difenda la progressività delle imposte”.
Intanto i dati di aprile e maggio aprono uno spiraglio di luce fra le nubi che si sono addensate sull’Italia nel primo trimestre. “Le statistiche sono in linea con la stima, in alcuni casi anche migliori”, dice il Ministro dell’economia che però rimane con i piedi per terra: “Manteniamo ancora la stima di una contrazione economica del -8%, sappiamo che i rischi possono essere orientati al ribasso anche se ci aspettiamo una ripresa. Alcuni settori stanno subendo un impatto più a lungo di altri, come il turismo”, ha precisato Gualtieri parlando delle conseguenze della pandemia e del lockdown sul tessuto economico italiano.
E a proposito di crisi e ripresa economica, sono ancora molte le aziende e le famiglie che lamentano difficoltà nella ripartenza dalla così detta Fase 2.
Per Gualtieri i piani di sostegno hanno aiutato oltre 2 milioni di famiglie: “Siamo stati i primi a realizzare una moratoria sui prestiti bancari ed è una misura che ha funzionato molto bene”.
Sul versante delle imprese i prestiti garantiti al 100%, ora alzati a 30.000 euro, “stanno davvero accelerando a un ritmo estremamente significativo, siamo a oltre 11 miliardi per i piccoli prestiti alle Pmi e probabilmente dovremo ricapitalizzare il Fondo di garanzia”.
Ma ci sono anche gli effetti indesiderati rispetto alla cura da cavallo che il governo sta sottoponendo alle imprese per riprendersi dallo shock: “Naturalmente è possibile che dopo una crisi come questa ci sarà per un periodo di tempo un aumento dei crediti deteriorati (Npl) ovunque, non è un problema solo italian”, ammette il ministro italiano rispondendo a una domanda sul fatto che le moratorie messe in atto durante la pandemia non preludano a una futura ondata di insolvenze sui prestiti. “Penso che le misure che stiamo prendendo saranno in grado di contenere questa tendenza assieme a quanto accade dal lato regolatorio”, chiosa Gualtieri.
Insieme a Gualtieri sono intervenuti altri due italiani di punta nello scenario europeo, vale a dire il Commissario europeo per l’economia, Paolo Gentiloni, e il capo della vigilanza sulle banche della Bce, Andrea Enria.
L’ex premier italiano torna a parlare di Recovery fund e lo fa citando le reazioni dei Paesi “riluttanti” : “Non vedo porte che sbattono ma critiche – dice Gentiloni – poiché molti accettano il piano presentato dalla Commissione come base di partenza”.
Il sottinteso alle parole del Commissario europeo è che la proposta della Commissione “non è la soluzione finale, ed è legittimo affermarlo, ma l’apertura alla discussione da parte di tutti mi fa pensare che alla fine alcuni dettagli potranno essere aggiustati ma la sostanza sarà approvata”.
Per il capitolo banche ha preso parola Andra Enria, l’italiano che presiede il Consiglio di Vigilanza Bce, dicendo che le banche europee, rispetto al 2008, “questa volta hanno più risorse per fronteggiare la crisi, avendo accumulato capitale e riserve di liquidità. Tuttavia, questo non vuol dire che siamo rilassati”.
Rimangono infatti alcuni capitoli su cui le banche dell’Eurozona chiedono maggior chiarezza da parte delle autorità, vale a dire lo stop alla distribuzione di dividendi e ai buyback deciso dalla Vigilanza Bce, ad oggi previsto fino a ottobre.
“E’ una misura eccezionale e temporanea – sostiene Enria – la rimuoveremo non appena l’incertezza economica sarà diradata e la ripresa più vicina. A luglio potremmo avere basi più solide per chiarire meglio la nostra posizione sulla distribuzione di dividendi”.
La posizione di Enria richiede fermezza, poiché il Comitato europeo per il rischio sistemico chiede venga prolungata fino alla fine dell’anno.
“La Bce ha chiesto agli azionisti di avere pazienza finché non capiremo meglio quanto è profonda questa recessione e che impatto avrà sui bilanci. Ci sono banche che oggi appaiono molto in salute e domani potrebbero trovarsi in una situazione meno comoda a causa dell’esposizione ad alcuni settori, ma se le cose vanno bene, non ci saranno problemi a pagare dividendi straordinari”, chiosa Enria.