Le pmi hanno sconfitto il Covid: per il 35% merito creditizio invariato
Modefinance: nonostante la contrazione di oltre il 33% del fatturato aggregato, la classe credito non si è deteriorata in massa. E per il 2021 si prevede un miglioramento
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Nonostante Omicron, le pmi italiane dell’Euronext Growth Milan sono fiduciose che questo sarà un anno positivo. Con il segno più sia sul fronte ricavi che su quello delle assunzioni. A dirlo sono proprio i ceo delle aziende del listino tricolore, tra i quali spicca con percentuali bulgare un ritorno della fiducia nel futuro. Il dato emerge dalla prima survey sulle prospettive per il 2022 degli amministratori delegati delle quotate sull’ex Aim, condotta da IR Top Consulting.
Stando al report -che ha coinvolto 73 ceo, il 42% delle società del mercato di Borsa Italiana dedicato alle pmi, rappresentativo di una capitalizzazione pari a 4,8 miliardi di euro – il 97% degli ad stima una crescita dei ricavi quest’anno. E i settori verso i quali emergono le maggiori potenzialità di investimento sono tecnologia (19%), servizi (17%) ed energetico e fonti rinnovabili (11%).
Sulle prospettive dell’economia mondiale nei prossimi mesi, il 40% delle pmi ritiene che le aree più importanti su cui investire nel futuro siano quelle dell’innovazione, della sostenibilità e dell’internazionalizzazione. Inoltre, il 74% delle società nutre aspettative positive sull’andamento del proprio business, mentre l’80% confida che nei prossimi mesi un maggior numero di investitori possa essere interessato a puntare sul rispettivo titolo azionario.
Positiva anche l’aspettativa sulle opportunità di lavoro. L’84% degli amministratori delegati si aspetta un incremento delle assunzioni per lo sviluppo del proprio business. Il 28% ritiene poi che le operazioni di M&A siano le più significative al fine di supportare la crescita del proprio business, a differenza del 21% che considera la crescita organica come il vero asset di sviluppo. Naturalmente sulle stime pesa la variabile Covid: la percezione che gli effetti della pandemia potrebbero protrarsi nei mesi a venire riguarda il 71% dei ceo intervistati, secondo cui gli impatti andranno appunto monitorati.
Intanto però la crisi pandemica ha evidenziato la necessità di una maggiore consapevolezza delle tematiche sociali nel processo decisionale relativo agli investimenti. La sostenibilità può infatti rappresentare una leva di crescita importante per le aziende, tanto che l’integrazione di progetti di sviluppo sostenibile nelle strategie di business viene considerata dal 60% dei ceo un’opportunità per ridisegnare prodotti e servizi, coinvolgendo clienti, dipendenti e fornitori.
Il 45% ritiene inoltre la tematica sociale quella più rilevante all’interno del proprio business seguita da quella ambientale (37%) e di governance (36%), nella convinzione che un’impresa che gestisce la propria attività in modo sostenibile agisce con responsabilità per ridurre gli impatti e minimizzare i rischi a vantaggio della collettività e dell’ambiente, generando valore da condividere con i propri stakeholder.
Lo studio ha anche approfondito come l’impegno in ambito Esg viene comunicato al mercato: per il 42% delle pmi il canale principale è il sito web aziendale. Nonostante la pubblicazione del Bilancio di Sostenibilità risulti un driver strategico, che conduce a una maggiore consapevolezza dell’impatto delle politiche aziendali, solo il 29% delle aziende intervistate dichiara di redigerlo e di comunicare le sue iniziative in materia sui profili social aziendali.
Sulla ripartenza dell’economia, infine, di nuovo si sfiora l’unanimità: il 93% degli amministratori delegati esprime fiducia nella ripresa economica globale e in particolare dell’Italia. E ben 23 società del campione (16% degli intervistati) vede il Paese Italia come il più interessante per lo sviluppo del proprio business, seguono Usa (14%), Spagna e Francia (9%).
Sugli effetti finali generati dal Pnrr, i ceo italiani esprimono soddisfazione; per il 68% si avranno conseguenze positive per la crescita, lo sviluppo e la ripresa del business. E, alla luce di quanto espresso, il 64% delle società ritiene che l’andamento dell’economia stia influenzando positivamente lo sviluppo della propria azienda, mentre per il 10% degli intervistati la situazione economica sta impattando negativamente sul proprio business.
“Emerge una rinnovata fiducia sostenuta dalla quasi totalità degli amministratori delegati interpellati – sottolinea Anna Lambiase, ceo di IR Top Consulting -. Ancora una volta sono gli Esg a essere considerati un fattore determinante: il 60% dei ceo li ritiene importanti per lo sviluppo e la crescita delle aziende e il 36% fondamentali. Il 40% dei ceo considera le aree più importanti in cui investire l’innovazione, la sostenibilità e l’internazionalizzazione, che rappresentano leve strategiche per migliore la competitività delle imprese. La fiducia dei ceo riguarda anche l’Italia come Paese prioritario per il proprio business, con il 16%, superando Usa, Spagna e Francia”.
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