Energie rinnovabili, l’asset management punta sull’eolico offshore
Tra le società attive in questo campo, Mirabaud Am guarda con interesse alla danese Orsted, leader mondiale nel settore
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I prezzi dell’energia europea continueranno a salire fino al 2023, a causa della contrazione dell’offerta, con l’Italia che guiderà i rincari fino al 2025 e le utility del Vecchio Continente che cavalcheranno questo trend. È la view degli analisti di S&P, che evidenziano come le quotazioni abbiano messo a segno un rimbalzo più forte del previsto nel 2021, in seguito però a un calo di oltre il 20% registrato nel 2020 tra i blocchi legati al Covid e un’economia più debole.
Viceversa ora, per gli esperti dell’agenzia di rating, l’attuale impennata deriva principalmente da un aumento del gas e in seconda battuta dai prezzi dell’anidride carbonica, che hanno raggiunto un record di quasi 60 euro per tonnellata. E le quotazioni continueranno ad aumentare nel 2022-2023, perché l’offerta si contrarrà ancora.
A pesare sul costo dell’energia ci saranno infatti anche gli obiettivi ambientali più ambiziosi dell’Europa, che faranno accelerare la chiusura di capacità di generazione termica e nucleare. Capacità che non potrà essere interamente compensata dalle fonti rinnovabili per i prossimi tre anni, portando quindi a una maggiore volatilità dei prezzi legata alle condizioni meteorologiche nel medio termine.
Da tutto questo, secondo S&P, le società elettriche europee trarranno generalmente vantaggio, perché i loro portafogli di generazione sono quasi completamente coperti quest’anno, mentre dopo beneficeranno di prezzi più elevati, sostenendo così gli investimenti nella transizione energetica.
Tuttavia, avverte l’agenzia, gli alti prezzi dell’energia implicano anche maggiori rischi politici per le società di servizi. “Questo riguarda la necessità di affrontare la sicurezza dell’approvvigionamento e l’accessibilità economica, e abbiamo iniziato vedendo un intervento politico per limitare l’aumento delle bollette energetiche, come in Spagna, o spostando alcuni costi energetici alla tassazione generale, come in Italia”, evidenziano gli analisti.
Quanto all’Italia, per gli esperti S&P l’energia resterà più cara che negli altri mercati Europei fino al 2025 “a causa di una strutturale carenza di offerta”. Nel 2021 è atteso un forte rimbalzo dei prezzi dell’energia elettrica, dal minimo storico di 38 euro al megawattora del 2020 a 50 euro al megawattora, “sostenuto dall’aumento dei prezzi del gas e del carbone, con la previsione che i prezzi salgano oltre i 60 euro al megawattora nel 2022-25”.
La corsa delle quotazioni viene spiegata dagli esperti Usa con la carenza di offerta domestica che dovrebbe portare a “un aumento della capacità delle interconnessioni a 12,7 gigawatt nel 2025”. Di questa situazione beneficeranno le utilities integrate, sottolinea S&P, in particolar modo Enel, A2A ed Edison.
L’aumento della capacità di interconnessione ridurrà poi probabilmente i prezzi dell’energia in Italia che diventeranno “più sensibili ai prezzi più bassi di altri Paesi, in special modo la Francia”. La capacità di interconnessione dovrebbe aumentare di 2,2 gigawatt entro il 2025, di cui 1,2 gigawatt con la Francia e 1 con la Svizzera. “Questa nuova capacità e un più stabile premio del prezzo italiano dovrebbe aumentare le importazioni del 50% nel 2025 rispetto ai livelli del 2018, con le importazioni che copriranno circa il 20% della domanda dal 2021 al 2025”, si legge nel report dell’agenzia.
Infine, per S&P il gas resterà un elemento chiave nella determinazione dei prezzi dell’energia per il prossimo decennio sia per la “grande capacità a gas dell’Italia”, con il metano che rappresenta circa il 40% della capacità installata e circa il 48% della produzione totale, sia per il programma di chiusura degli impianti a carbone in Italia fissata per la fine del 2028 che faranno del gas “l’energia dominante nel futuro prossimo”.
“Nonostante gli ambiziosi target verdi, le energie rinnovabili resteranno una piccola parte del mix energetico totale a causa della lentezza delle autorizzazioni – concludono gli analisti Usa -. Prevediamo che la capacita eolica e solare italiana verrà più che raddoppiata, rispettivamente, a 19,9 gigawatt e 34,3 gigawatt entro il 2030, dagli 11 e 21 gigawatt del 2018″. Ma anche così le rinnovabili “rappresenteranno circa il 25% del mix energetico nel 2030, dal 16% di oggi”.
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