Coronavirus, prosegue l’attività di Sgr e gestori a tutela del risparmio
Le Sgr possono determinare la presenza presso i propri uffici dello specifico personale che si ritiene sia autorizzato alla mobilità domicilio-luogo di lavoro
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Un grande supporto e solide comunicazioni. Sono queste, e non solo, le motivazioni alla base della soddisfazione degli investitori istituzionali per il lavoro svolto dai propri asset manager in tempo di tempesta da coronavirus. Lo rivela la nuova ricerca condotta da State Street Corporation, che FocusRisparmio pubblica in anteprima, dalla quale risulta che il 74% degli intervistati in Europa ha fiducia nella capacità dei propri gestori di affrontare la crisi.
Non sorprende, ovviamente, che la volatilità generata dalla dalla pandemia abbia avuto un impatto sulla capacità di quasi due terzi degli investitori europei, il 66%, per la precisione, di raggiungere i propri obiettivi di investimento a breve termine, visti i drastici cali del valore degli asset e dei livelli di finanziamento. Ma ciò che è da sottolineare è che la maggior parte di loro, il 71%, ritiene che gli asset manager abbiano fornito grande supporto e solide comunicazioni durante l’intero periodo.
Per il 75% degli investitori i più importanti strumenti di supporto messi loro a disposizione dai professionisti sono stati i commenti sul mercato e le opinioni strategiche, seguiti dalle proiezioni economiche e le analisi di outlook, indicate dal 43% degli intervistati, e da valutazioni delle opportunità di investimento, scelti dal 46%.
“I risultati del sondaggio indicano una prospettiva leggermente più ottimistica rispetto alle attese di molti – spiega Denis Dollaku, country head Italia di State Street -. Con il rallentamento della curva dei contagi da Covid-19 in tutta Europa e la graduale ripresa delle economie più colpite, sembra che la fiducia di alcuni investitori possa rinvigorirsi”.
Se da un lato la pandemia ha colto di sorpresa sia gli investitori sia gli asset manager, dall’altro molti sembrano rimanere ottimisti in merito al raggiungimento degli obiettivi a lungo termine. Allo stesso tempo, per raggiungere questi obiettivi, circa un terzo degli investitori istituzionali vorrebbe un maggiore supporto nella fase di valutazione delle opportunità di investimento (34%), nelle proiezioni economiche e analisi di outlook (33%) e nelle tempistiche di azione/reazione (36%).
“In linea con la realtà attuale, gli investitori sono alla ricerca di un forte supporto da parte dei propri asset manager per quanto riguarda la gestione della crisi e l’offerta di alpha a sostegno degli obiettivi dei clienti – sottolinea Dollaku -. I gestori si trovano ora ad affrontare una delle sfide principali e comprenderanno come sono posizionati per il ritorno alla ‘normalità’, man mano che usciamo da questa crisi”.
Nonostante l’ottimismo, quasi la metà degli intervistati, il 49%, ritiene che gli asset manager abbiano sottovalutando l’impatto e la gravità della crisi. La maggioranza degli investitori istituzionali e degli advisor infatti non prevede una rapida ripresa economica a forma di V, con il 54% degli intervistati che afferma che l’attività economica non tornerà alla normalità prima della fine del 2021, e l’11% secondo cui ciò avverrà dopo il 2022.
A tranquillizzare gli investitori, stando alla ricerca targata State Street Corporation, ci sono però le misure fiscali e monetarie messe in atto da governi e banche centrali grazie alle quali, secondo il 44% degli intervistati europei, la ripresa economica sarà più rapida di quella registrata nel 2008. Più pessimisti invece i colleghi Usa e dell’area Asia-Pacifico: solo il 16% dei primi e il 18% dei secondi è convinto infatti che la ripartenza sarà più veloce di quella cui abbiamo assistito dopo la Grande recessione.
In linea con i loro peer globali, gli investitori istituzionali europei affermano poi che valutazione dei titoli (40%), liquidità (34%) e rendicontazione tempestiva (27%) sono state le maggiori sfide operative emerse nel corso della crisi attuale. Infine, il 23% di loro prevede che la flessione del mercato azionario legata alla pandemia persisterà nel Vecchio Continente fino alla fine di marzo 2021.