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La proposta delle reti per avvicinare i giovani alla professione: “incentivo fiscale per l’avviamento all’attività di consulenza finanziaria”
Come avvicinare i giovani alla professione del consulente finanziario? Da un lato l’invecchiamento demografico, dall’altro il mercato del lavoro italiano poco dinamico rendono sempre più incerte le prospettive di crescita del settore della consulenza finanziaria.
E’ questo il tema della plenaria di chiusura dei lavori di ConsulenTia 2020 dal titolo “Re-generation:largo ai giovani”, che ha visto alternarsi sul palco Andrea Barchiesi, fondatore e Ceo di Reputation Manager, Maurizio Bufi, presidente Anasf, Michele Antonio Fino, professore associato di Fondamenti del Diritto Europeo all’Università degli Studi di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, Marco Gay, amministratore delegato Digital Magics, Marco Tofanelli, segretario generale Assoreti, Gianfranco Torriero, vicedirettore generale Abi.
Partendo dalla storia del consulente finanziario e di Anasf e dall’evidenza di best cases di altri settori e professioni, i partecipanti al panel hanno approfondito temi quali l’employer branding e il reverse mentoring.
Istinto e reputazione per essere attrattivi
Dal confronto di diversi settori, riflessioni e proposte sul tema della “questione giovanile” tout-court, la discussione del panel è approdata verso il focus sul ricambio generazionale nella professione di consulente finanziario.
Cosa tiene lontano i giovani dalla professione: la percezione etica del cf?
Per Michele Antonio Fino, professore associato di Fondamenti del Diritto Europeo all’Università degli Studi di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, occorre ridefinire la scala valoriale della professione: “Spesso quel che conta è il modo di presentare il proprio prodotto: oggi attrae qualcosa di avventuroso e creativo, è questo che fa passare in secondo piano le difficoltà: i giovani sono interessati più alla creatività intrinseca che alla redditività di un mestiere”.
Per Andrea Barchiesi, fondatore e Ceo di Reputation Manager, i cf devono fare lavoro di reindirizzamento della professione che nel corso degli anni ha risentito anche della crisi delle banche: “nei modelli della percezione il cf è legato alle banche”, sostiene l’esperto.
Marco Tofanelli, segretario generale Assoreti, invece, non punta il dito solo contro la reputazione della professione ma anche verso la difficoltà degli aspetti imprenditoriali del cf: “è un settore dove essere imprenditori richiede una difficoltà in più. Bisogna richiedere condizioni più favorevoli per l’avviamento alla professione di consulente finanziario”.
Incentivi fiscali per i cf?
Una possibile soluzione emersa dal panel è quella dei team, ma Tofanelli va oltre e lancia una proposta accolta da Anasf: “I giovani hanno paura del grande salto iniziale. Bisogna prevedere forme di incentivazione fiscale per l’avvio alla professione”. “Per ridurre questa incertezza nel periodo di avviamento servirebbe anche un’agevolazione a livello contributivo”, gli fa eco Bufi di Anasf.
Una nuova visione di consulente finanziario
Marco Gay, amministratore delegato Digital Magics, sostiene che per ridurre lo scollamento fra le generazioni “occorre reinventarsi il modo di comunicare il mestiere riflettendo sulle opportunità della professione attraverso un punto di vista innovativo sfruttando il genio italico”.
Bufi conclude infatti che chi sceglie di fare il cf “non è mosso da un obiettivo economico ma lo fa per poter esprimere la propria creatività che tende a soddisfare le motivazioni di fare le cose non solo per sé stessi ma per gli altri” e rilancia l’idea di lanciare un messaggio positivo dell’attività di cf attraverso una comunicazione più mirata.
“L’idea è quella di trovare progetti e testimonial giusti per veicolare un’immagine positiva del consulente finanziario”, propone Bufi rispondendo a chi sostiene che nel corso della storia, anche cinematografica e letteraria, la figura del cf ha sempre avuto un’accezione poco positiva.