2 min
È quanto emerso durante il dibattito sulle linee guida ESMA in occasione dell’EFPA Italia Meeting 2018
La MiFID II introduce importanti innovazioni nella regolamentazione dei servizi di investimento e nella consulenza finanziaria allo scopo di accrescere il grado di protezione degli investitori. Particolare attenzione è dedicata agli aspetti riguardanti la formazione del personale addetto al servizio di consulenza in materia di investimenti che deve essere dotato delle conoscenze e competenze necessarie ad adempiere ai loro obblighi. È in questo contesto che l’EFPA Italia Meeting 2018 dedica spazio al dibattito sulle linee guida ESMA in materia di conoscenze e competenze.
“A ESMA sta a cuore la protezione degli investitori”, sottolinea Salvatore Gnoni, Investor Protection and Intermediaries di ESMA. “La MiFID I, e ancora di più la MiFID II, costituisce un caposaldo dell’armonizzazione dei mercati finanziari a livello europeo. In particolare, MiFID II fa molte cose per la protezione degli investitori e l’intervento su conoscenze e competenze è un elemento chiave della disciplina”, spiega Gnoni. “La MiFID I – chiarisce – non è estranea al concetto di conoscenze e competenze. E con MiFID II si fa un passo avanti: l’innovazione e la complessità dei prodotti costituiscono il fondamento per richiedere un adeguato livello di conoscenze e competenze al personale che fornisce informazioni e consulenza. Le imprese di investimento – conclude Gnoni – devono assicurare un livello di conoscenza e competenza dello staff adeguata, anche di chi non ha un diretto rapporto con i clienti”.
Tiziana Togna, Responsabile Divisione Intermediari di Consob, dedica il suo intervento a un focus sullo scenario italiano. “Il tema della conoscenza e dell’esperienza è stato una delle novità assolute di MiFID II”, disciplina che ha messo in campo una richiesta forte a carico degli intermediari per fare in modo che i soggetti che forniscono informazioni e consulenza alla clientela abbiano un adeguato livello di esperienza. Con l’approvazione del nuovo Regolamento Intermediari, spiega Togna, le diverse forze in campo hanno sottolineato il forte impatto di questa nuova situazione poiché le “regole vanno a incidere pesantemente sulle strutture organizzative complesse”.
Togna ha quindi trattato il tema della certificazione delle competenze. “Ci siamo preoccupati che queste competenze si mantenessero del tempo. Il Regolamento Intermediari, infatti, prevede che ci sia un’attività di formazione nel continuo”. La certificazione è uno degli strumenti per ridurre l’esperienza professionale richiesta”. Togna spiega tuttavia che “la certificazione non può essere uno strumento per attestare che i propri addetti siano competenti nel tempo a gestire il rapporto con la clientela”.
All’incontro ha preso parte anche Luca Zucchelli, Dipartimento Vigilanza bancaria e finanziaria – Servizio Supervisione Intermediari Finanziari di Banca d’Italia, che sottolinea il ruolo ricoperto dalle competenze e dalla formazione dei dipendenti degli intermediari finanziari nell’aiutare a prevenire i rischi e a superare i problemi che possono avere effetti sulla loro stabilità. Le competenze, spiega Zucchelli, sono alla base del rapporto di fiducia con i clienti e “compromettere la fiducia significa mettere a rischio gli intermediari”.