Brexit, sterlina verso la parità con l’euro
La valuta britannica si rafforzerebbe solo in caso di non uscita dall'Unione Europea, ma ad oggi le probabilità che questo accada sono scarse
1 min
“Non ci aspettiamo novità di rilievo dalla riunione di politica monetaria della Banca d’Inghilterra di questo giovedì. In un contesto economico che indica un’attività più debole nel quarto trimestre, tra le preoccupazioni sulla crescita globale e l’incertezza sulla Brexit, è probabile che la BoE invii un messaggio molto prudente”. Gero Jung, chief economist di Mirabaud AM, concentra la sua analisi sulla riunione di domani della Boe.
Inoltre, “guardando al fronte dell’inflazione, il calo dei prezzi del petrolio a livello mondiale potrebbe generare ripercussioni sui prezzi interni del greggio, attenuando i timori sull’inflazione. Tutto questo porta a ritenere che non c’è alcuna urgenza per la Bank of England di aumentare i tassi. Non ci aspettiamo, infatti, alcuna variazione dei tassi da parte della BoE fino a metà estate del prossimo anno, anche se questo è ovviamente condizionato dall’esito dei negoziati in corso sulla Brexit”.
“Ciò che è chiaro – sottolinea l’analista – è che le statistiche di ottobre suggeriscono un inizio debole dell’attività nel quarto trimestre, che segnala una crescita del Pil contenuta di appena lo 0,1% del m/m. Un impatto positivo viene dal settore dei servizi, che compensa in parte l’effetto negativo dell’attività industriale e dell’edilizia abitativa”.
“Per quanto riguarda quest’ultimo aspetto, le prospettive continuano a restare nebulose, un segnale confermato dal Royal Institute of Chartered Surveyors”, conclude Jung.