Le risposte ai dieci interrogativi del 2020
Non ci sarà una recessione, le azioni continueranno a correre e la Brexit non sarà così in discesa come qualcuno pensa. La view di Natixis IM Solutions
4 min
Crescita e mercati nelle mani di Usa e Cina. Parola degli esperti di Eurizon, secondo cui il 2020 si presenta come un anno di probabile prosecuzione del ciclo economico globale e il grado di riaccelerazione della crescita economica dipenderà probabilmente in larga parte dagli esiti del negoziato sul commercio.
L’ipotesi più probabile, a detta degli esperti, prevede il raggiungimento di un accordo parziale entro i primi mesi del nuovo anno, cosa che potrebbe essere sufficiente per guardare con tranquillità al proseguimento dei negoziati nel 2020. Appaiono invece limitati gli spazi per ulteriori stimoli di natura monetaria o fiscale. L’unico Paese che avrebbe le maggiori possibilità di incrementare lo stimolo fiscale è la Cina, ma lo farebbe solo a fronte di un indesiderato peggioramento delle condizioni cicliche.
Tra gli eventi politici, si legge nel report, le elezioni presidenziali Usa di novembre attireranno il massimo di attenzione. In Eurozona vi sarà grande attenzione sui lavori di rafforzamento del quadro istituzionale (Esm, completamento unione bancaria, …). Sviluppi positivi in questo senso potrebbero contribuire ad abbassare un premio al rischio sull’Europa che permane piuttosto elevato e che si riflette nei tassi del Bund, straordinariamente bassi al di là degli interventi Bce, e nell’andamento delle borse europee quasi sistematicamente peggiore di quella Usa.
Rispetto allo scenario centrale, gli specialisti di Eurizon si individuano tre scenari di rischio.
Al primo posto, una ripresa delle tensioni commerciali Usa-Cina, che rappresenterebbe una sorpresa negativa in grado di prolungare il rallentamento globale, trasformandolo potenzialmente in recessione.
Un secondo sviluppo negativo sarebbe un ulteriore indebolimento degli indicatori del ciclo industriale. Sarebbe l’evidenza che lo stimolo monetario del 2019 non è stato sufficiente a contenere il deterioramento di un ciclo economico in fase matura e richiederebbe ulteriori azioni di sostegno all’economia, i cui spazi appaiono però limitati.
Da annoverare tra gli scenari di rischio anche l’ipotesi opposta alla precedente, ovvero, una accelerazione oltre le attese degli indicatori macro che farebbe salire in modo rapido i tassi governativi. All’inizio questo sviluppo potrebbe essere di sostegno ai mercati azionari, ma ad un certo punto riaccenderebbe timori di recessione globale come già accaduto in questo ciclo economico ogni volta che i mercati obbligazionari hanno tentato una normalizzazione dei tassi troppo rapida.
Quanto ai mercati, secondo gli esperti lo scenario ‘centrale’ di prosecuzione del ciclo espansivo con moderata accelerazione del tasso di crescita globale potrebbe favorire un graduale rialzo dei tassi governativi core (Usa e Germania) dagli attuali livelli ultra depressi.
In termini di duration, giudizio negativo sui titoli governativi tedeschi e ‘quasi core’ dell’Area euro (negativi e a rischio rialzo, anche per eventuale calo dell’incertezza di natura politica), mentre resta un approccio neutrale per quelli Usa (positivi e tra i più elevati per gli emittenti di qualità, oltre che in grado di fungere da protezione in caso di ritorno di volatilità sulle attività di rischio). Il giudizio sui titoli periferici dell’area Euro è neutrale.
“Per quanto riguarda le obbligazioni a spread, in caso di tassi governativi core fermi o in tendenziale rialzo, la loro remunerazione attesa si limita al rendimento cedolare (carry). Si esprime comunque un giudizio positivo su questi titoli e in particolare sulle componenti high yield e mercati emergenti”, si legge ancora nel report nel quale si precisa che, in un contesto di tassi bassi e in graduale rialzo, gli investitori dovrebbero continuare a considerare interessante il premio al rischio offerto dalle azioni, che troverebbero anche sostegno in un moderato tasso di crescita dei profitti.
Il giudizio sui mercati azionari è positivo, con preferenza per le azioni Usa e attenzione particolare su quelle europee il cui peso potrebbe essere aumentato a fronte di sviluppi positivi sul contesto istituzionale dell’Eurozona.
Ecco quindi, in breve, il giudizio sulle singole asset class.
Giudizio positivo sulle azioni (da neutrale). Si aumenta il peso delle azioni Usa, riducendo quello del Giappone (prima in sovrappeso relativo). Il nuovo ordine di preferenza geografico risulta: (1) Usa, (2) Giappone, Europa, Paesi emergenti, (3) Pacifico exGiappone.
Obbligazioni governative: giudizio neutrale su Usa, negativo su Germania e Paesi ‘quasi core’. Si conferma un giudizio neutrale sulla duration Usa. Si porta a negativo (da neutrale) il giudizio sulla duration dei titoli tedeschi e ‘quasi core’ dell’area Euro. Giudizio neutrale sui titoli governativi periferici dell’Eurozona. Confermato il giudizio neutrale sui titoli governativi ‘non core’ dell’area Euro.
Giudizio positivo sulle obbligazioni a spread. Si porta a positivo (da neutrale) il giudizio sui mercati a spread e si incrementa il grado di preferenza relativa per i titoli high yield. L’ordine relativo di preferenza diventa: (1) mercati emergenti e high yield, (2) corporate investment grade.
Giudizio positivo su yen, sterlina e valute emergenti. Si porta a positivo il giudizio sullo yen, confermando i posizionamenti favorevoli a sterlina britannica e valute emergenti.