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Per il 2021 Intermonte ha alzato le stime di utile per azione su Milano del +31,2%. E del 13,6% e del +4% per le società medie e piccole. Il portafoglio giusto? Un mix di nomi value e growth
A Piazza Affari è ancora tempo di occasioni per gli investitori capaci di scegliere i nomi giusti tra le small e mid cap. Ne sono convinti gli analisti di Intermonte, secondo cui nonostante il mercato azionario italiano sia cresciuto del 4,5% nell’ultimo mese, e sia in rialzo del 18,8% da inizio anno, la corsa è tutt’altro che terminata. Tanto che per il 2021 hanno rivisto al rialzo le loro stime di utile per azione del +31,2% per il listino tricolore e rispettivamente del 13,6% e del 4% per le società a media e bassa capitalizzazione.
Nel dettaglio, stando al report della Sim milanese, il Ftse Italia Mid-Cap, che nell’ultimo mese è cresciuto del 4%, ha sottoperformato l’indice principale dello 0,5% ma è salito dell’11,% da gennaio su base relativa, mentre il Ftse Italia Small Caps, salito del 4,2% in trenta giorni, ha sottoperformato il mercato dello 0,4%, ma ha messo a segno un progresso del 16,4% relativo da inizio 2021. Guardando alle performance delle mid/small cap in tutta Europa, l’indice Msci Europe Small Caps è cresciuto del 3,9% nell’ultimo mese, con una performance sostanzialmente in linea con le mid cap italiane, ma rimanendo ben al di sotto in termini relativi da inizio anno.
Da gennaio a questa parte, gli esperti hanno quindi alzato le loro stime di utile per azione per il 2021 del +31,2% sul listino italiano, e le hanno ritoccate all’insù del 16,7% per il 2022. Al rialzo anche le previsioni per le mid e small cap, salite rispettivamente del 13,6% e del 4,0% per l’anno in corso, e del 10,3% complessivo per il prossimo. Nell’ultimo mese, le revisioni delle stime sul 2021/22 sono rimaste positive sia per le società a media capitalizzazione (+8,0%/+2,2%) sia, seppure in misura minore, per quelle a bassa (+0,7%/+8,1%).
“Se confrontiamo la performance da inizio anno con la variazione delle stime 2022 nello stesso periodo – spiegano gli analisti -, possiamo vedere che i titoli Ftse Mib hanno registrato un re-rating da inizio anno dello 0,4%, un dato inferiore a quello di un mese fa grazie alla revisione positiva delle stime, mentre le mid-cap e le small cap hanno re-rating rispettivamente del 20,0% e del 20,4%. In base al rapporto prezzo/utili, il nostro panel è scambiato con un premio del 32% rispetto alle large cap, ben al di sopra del premio medio storico (17%) ma appena sotto il livello di un mese fa (33%)”.
Quanto alla liquidità, nel report viene sottolineato che per le large cap nell’ultimo mese è al di sotto della media annuale del 10,2%, in ulteriore decelerazione rispetto a un mese fa quando era -7,3%. “È interessante notare che la liquidità per le mid-cap ha registrato un andamento molto migliore – osservano gli analisti -, mostrando una variazione del -2,1%, mentre per le small cap la stessa metrica è migliorata dello 0,2%. Vale la pena notare anche che la liquidità media giornaliera per la nostra copertura mid/small cap è stata di 2.45 milioni di euro nell’ultimo mese, in aumento del 12% rispetto al periodo corrispondente di un anno fa”.
Stando ai numeri, dunque, gli esperti di Intermonte puntano l’attenzione sul fatto che, nonostante una stagione di trimestrali molto positiva, molti titoli hanno registrato un apprezzamento limitato “Probabilmente perché le aspettative erano già superiori al consenso – affermano -, ma soprattutto, a nostro avviso, perché le prospettive del secondo semestre 2021 sono percepite come offuscate da venti contrari, come la carenza di componenti e l’inflazione delle materie prime e dei costi di spedizione, che finora hanno avuto solo un impatto limitato. Alcuni segni di rallentamento sono evidenti nella traiettoria della crescita economica in alcune giurisdizioni, e un nuovo aumento delle infezioni globali rappresenta un chiaro rischio”.
Nonostante questo, in Intermonte sono fiduciosi che la ripresa della domanda si dimostrerà resiliente e che, con l’avvio dei vari piani di ripresa e dei programmi di spesa per le infrastrutture, sosterrà la crescita in uno scenario di bassi tassi d’interesse che rimane favorevole agli asset rischiosi. In particolare, un forte sostegno dovrebbe arrivare anche per l’azionario italiano dal via libera Usa alla legge sulle infrastrutture da 1.000 miliardi di dollari per ricostruire strade e ponti e finanziare nuove iniziative per la resilienza climatica e la banda larga.
“In questo contesto, che probabilmente genererà una certa volatilità dei prezzi delle azioni, suggeriamo un portafoglio che mescola nomi value e growth, cercando di catturare alcuni outperformer relativi nei due cluster. Per quanto riguarda la liquidità delle mid/small cap, la situazione sta gradualmente migliorando dopo un inizio d’anno molto debole e dovrebbe riprendere slancio nei prossimi mesi”, concludono gli esperti.
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