BofA: a gennaio il bitcoin supera il tech nelle preferenze degli investitori
“E’ la prima volta da ottobre 2019 che il long sull’azionario tecnologico non risulta al primo posto nel nostro sondaggio” scrive la banca d’affari
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I risultati dell’ultimo report mensile “Global Fund Manager Survey” di Bank of America (BofA) Global Research condotto a livello globale tra i gestori di fondi non lasciano spazio ad interpretazioni: secondo gli esperti della gestione del risparmio “l’unica ragione per essere ribassisti [sui mercati] è che...non ci sono ragioni per esserlo”.
Così la banca mostra che i portafogli dei money manager sono praticamente full-invested; l’allocazione verso azioni e commodity è sui massimi dal 2011 mentre i livelli di liquidità sono scesi sotto il 3,8%, “il livello più basso dal marzo 2013, appena prima del taper tantrum del banchiere Ben Bernanke”, spiegano gli autori del report.
Siamo all’alba di una nuova bolla pronta a scoppiare? Neanche per sogno: solo il 13% dei gestori interpellati ha risposto di temere il così detto rischio bolla. Questo però non significa che i professionisti della gestione non siano consapevoli dei rischi, che esistono.
Bank of America, come di consueto, individua i “trade” più “affollati” dove il mercato rischia di surriscaldarsi troppo. Questi mercati sono il tecnologico (per il 35% dei rispondenti), il Bitcoin (con il 27% delle risposte, nella lettura di gennaio la criptovaluta era salita al primo posto) e il posizionamento short sul dollaro americano (13%).
Fra i rischi non idiosincratici, invece, i gestori riferiscono il piano di implementazione dei vaccini, il disimpegno delle banche centrali (taper tantrum) e il ritorno dell’inflazione.
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