Settimana cruciale per i mercati: riflettori su Consiglio europeo e S&P
Gli investitori guardano alla riunione del 23, con gli Eurobond al centro del tavolo, e al possibile declassamento dell’Italia
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Mentre prosegue il conto alla rovescia in vista del cruciale Consiglio Europeo di giovedì 23, la tensione sale e spuntano nuove strade. Compresa quella di un’ennesima non-decisione. A tenere banco è arrivata l’indiscrezione secondo cui la Spagna starebbe studiando un sistema di aiuti comunitari da erogare attraverso un fondo da 1.500 miliardi di euro.
A finanziare il piano, un incremento del bilancio della Unione Europea di poco più di 110 miliardi di euro, che basterebbe a dare al fondo la forza patrimoniale per poter emettere bond perpetui. Trattandosi di bond irredimibili, cioè a fondo perduto, i Paesi in difficoltà che avrebbero accesso ai fondi non vedrebbero aumentare il loro debito, trattandosi di un semplice trasferimento di risorse.
Una terza via, quella che Madrid si appresta a presentare giovedì, che anche se in linea con quella di Francia e Italia, i Paesi più colpiti dal virus, potrebbe convincere la Germania e i Paesi del Nord Europa, fortemente contrari invece agli Eurobond.
Secondo altre indiscrezioni, però, il Consiglio Europeo non prenderà una decisione definitiva su eurobond o fondi d’emergenza, nonostante molti Paesi abbiano chiesto di fissare in modo chiaro tempi e termini dell’iniziativa.
Intanto, durissimo è arrivato il giudizio sull’operato di Bruxelles da parte del membro del board Bce, Fabio Panetta. In un editoriale pubblicato da ‘Politico’, l’ex direttore generale della Banca d’Italia, ha bollato come inadeguata la risposta della politica di bilancio Ue alla crisi innescata dal coronavirus.
“L’azione di bilancio dovrebbe essere proporzionata all’entità dello shock – ha affermato -, non dovrebbe aggravare la frammentazione derivante dalle differenze nelle posizioni fiscali iniziali e non dovrebbe distorcere il campo di gioco all’interno del mercato unico europeo. La risposta della politica di bilancio dei paesi europei è stata finora incoerente con questi principi”.
“La minaccia al mercato unico è chiara: un sostegno fiscale disomogeneo implica che l’ubicazione di un’impresa, invece che il suo modello di business, sarà il fattore decisivo per determinare se sopravviverà a questa crisi,” ha concluso.