Industria Ue dei pagamenti, il consolidamento passa da 8 megatrend
Dalle nuove tecnologie, all’e-commerce, passando per i servizi a valore aggiunto: ecco perché secondo Klecha & Co. Il processo di consolidamento del settore continuerà
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Altro che sinonimo di Bitcoin: la blockchain sta rivoluzionando il mondo dei pagamenti digitali con un effetto dirompente destinato ad espandersi in altre aree. Ne è convinto Jason Guthrie, head of capital markets Europe di WisdomTree, secondo cui grazie a questa tecnologia sono stati risolti due problemi strutturali dei sistemi di pagamenti digitali peer-to-peer, quello ‘della doppia spesa’ e quello ‘dei generali bizantini’.
Il primo è sostanzialmente un problema di fiducia e riguarda il fatto che, in questo tipo di transazioni, si tratta di assicurarsi che una data unità di moneta possa essere spesa una volta sola. “Un elemento essenziale in qualunque sistema monetario, ma potenzialmente difficile da risolvere in un sistema digitale, se si pensa al modo in cui vengono trasferiti i file – spiega -. Quando si spedisce un documento via e-mail ciò che il destinatario riceve effettivamente è una copia di quel documento. Il mittente conserva l’originale”. Ecco perché le banche hanno agito da autorità centrale fino ad oggi: bisogna affidarsi a una parte terza di fiducia per mantenere traccia di quanto appartiene effettivamente ai singoli. Dunque, come spiega Guthrie, si ha bisogno di un modo che consenta di trovare un accordo su ‘chi possiede cosa’ dopo ogni transazione, senza un’autorità centrale.
Il problema dei generali bizantini riguarda il fatto che tutti i partecipanti di un sistema devono trovare un accordo su una strategia, onde evitare un fallimento catastrofico del sistema stesso. Alcuni partecipanti, tuttavia, sono inaffidabili o in malafede. “Nel contesto di un sistema elettronico dei pagamenti, affinché esso funzioni senza un’autorità centrale di fiducia, tutti i partecipanti devono avere fede nell’integrità del sistema – prosegue l’esperto -. Quando milioni di partecipanti che non si conoscono tra di loro intendono trasferire denaro, l’enorme problema della fiducia è difficilissimo da superare”.
È evidente quindi come sia necessaria una tecnologia che consenta alla gente di inviare valore elettronicamente, ad un soggetto terzo, senza che ci sia bisogno di conoscerlo, garantendo contemporaneamente una registrazione permanente della transazione. “Se tutti nel sistema concordano sulla validità del trasferimento e mantengono una registrazione di tutte le transazioni, i partecipanti non possono agire in maniera fraudolenta e non è necessaria nessuna parte terza di fiducia, vale a dire che il problema della doppia spesa è risolto”, chiarisce Guthrie.
Questo ci porta alla blockchain. È infatti la tecnologia blockchain alla base di Bitcoin, secondo l’esperto, ad averci consentito di risolvere i problemi insiti nei trasferimenti elettronici peer-to-peer. Inoltre, grazie alla natura open source del protocollo Bitcoin, l’uso della tecnologia blockchain si è esteso ben oltre la cripto valuta originaria comprendendo un un’ampia varietà di applicazioni: registro dei titoli azionari, emissione di obbligazioni, votazione degli azionisti, identità digitale, prestiti peer-to-peer, ecc. “In fondo, la tecnologia blockchain è la tecnologia della tenuta sicura dei registri in un contesto caratterizzato dalla mancanza di fiducia: è questo il concetto con il vero potenziale dirompente”, osserva.
Per Guthrie gli effetti presumibilmente si manifesteranno in tre aree. La prima è quella degli intermediari, che saranno eliminati. “Parecchie delle aree nelle quali si sta cercando di applicare la Tecnologia blockchain sono spesso molto costose a causa del numero di intermediari coinvolti nel sistema. I servizi finanziari ne sono un esempio lampante”. La seconda riguarda le efficienze. “Alcuni asset sono semplicemente molto inefficienti oggi. Chiunque abbia acquistato una casa o trasferito del denaro in un altro Paese lo sa bene. La tecnologia blockchain viene usata per mettere in piedi il sistema in grado di rendere la registrazione e il trasferimento di molti asset più semplice, rapido e veloce”, continua l’esperto.
Infine l’inclusione finanziaria. “I servizi sono limitati dalle dimensioni e dalle informazioni disponibili. Se pensiamo ad una società che raccoglie capitali tramite un’Ipo, è necessario che l’azienda abbia determinate dimensioni per essere presa in considerazione dalle banche – argomenta -. In alcune parti del mondo in via di sviluppo molte persone non hanno accesso ai servizi bancari di base, a causa delle difficoltà nell’individuarli. La blockchain può potenzialmente ridurre i costi e migliorare la disponibilità dei dati per ridurre le barriere all’ingresso in svariate aree del sistema finanziario globale”.
Insomma, mentre l’idea della blockchain viene ancora spesso confusa con quella di Bitcoin, secondo Guthrie questa tecnologia ha la capacità d’incrementare l’efficienza della cooperazione interpersonale e di liberare il capitale umano da adoperare nel raggiungimento del prossimo grande traguardo dell’umanità. “Se si pensa a questo argomento in questa prospettiva, tutte le iniziative basate su questa tipologia di tecnologia meritano una considerazione più approfondita”, conclude quindi l’esperto.