Reddito fisso, 4 punti cardinali per navigare con i tassi a zero
Secondo Rosti (Vanguard), è probabile che il contesto obbligazionario resti complicato. Ed è necessario muoversi lungo direttrici precise
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Le banche centrali non sono la panacea di tutti i mali e, anzi, bisogna stare molto attenti alle controindicazioni della loro azione. Secondo Jeremy Cunningham, investment director di Capital Group, l’attuale politica monetaria accomodante dovrebbe continuare a sostenere i mercati dei titoli di Stato, ma, oltre al rally delle obbligazioni a breve scadenza, sensibili alla politica monetaria, anche la ricerca di rendimento da parte degli investitori continua a dettare un calo nei rendimenti obbligazionari a lungo termine.
“Negli Stati Uniti riteniamo prudente assumere una posizione di duration neutrale e non prevediamo ulteriori aumenti dei tassi in questo ciclo – sostiene -. Rimaniamo posizionati per una curva dei rendimenti più ripida e osserviamo valore nei Tips date le valutazioni interessanti, soprattutto in una prospettiva a più lungo termine”.
Per l’esperto, il rallentamento della crescita globale, in particolare quello derivante dalla Cina, le tensioni commerciali e altre tensioni geopolitiche come la Brexit continuano a pesare sulla produzione manifatturiera europea. Per contro, la domanda interna in tutta l’Europa rimane resiliente. Inoltre, la politica monetaria accomodante della Banca Centrale Europea dovrebbe continuare a sostenere i titoli di Stato europei, in particolare nella periferia.
“Osserviamo valore limitato nei principali mercati dei titoli di Stato, dato il basso se non negativo rendimento del debito – prosegue -. Resta da vedere fino a che punto si estenderanno i limiti della politica monetaria, soprattutto in considerazione dei tassi di interesse estremamente bassi. Alcuni Paesi come l’Italia e la Francia hanno già iniziato a implementare stimoli fiscali, e altri Paesi dovrebbero seguire il loro esempio”.
In conclusione, quindi Cunningham ribadisce: “La combinazione di valutazioni elevate e rischi macroeconomici e geopolitici asimmetrici favorisce un portafoglio bilanciato con un’esposizione al rischio prudente”.