Banche, tra i principali player cresce la spinta verso l’m&a
Un trend che dovrebbe rafforzarsi nell'anno in corso. Ecco i titoli sui quali puntare per trarre profitto dalla nuova stagione di risiko
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Per le banche europee la pandemia ha reso urgente una serie di azioni. Prime tra tutte, la gestione degli Npl, l’aumento della redditività anche attraverso il consolidamento e la digitalizzazione e il completamento dell’Unione bancaria. L’avvertimento è arrivato dal presidente del consiglio di sorveglianza della Bce, Andrea Enria, che nel corso del suo intervento davanti ai membri della Commissione per i problemi economici e monetari del Parlamento Ue, ha messo in guardia gli istituti sull’importanza di un’azione tempestiva.
Sul primo punto, quello della gestione degli Npl, Enria ha ricordato come la pandemia porterà a un deterioramento della qualità degli asset rendendo dunque cruciale un intervento rapido per gestire il rischio di credito e impedire un accumulo di Npl che andrebbe a ostacolare la capacità degli istituti di sostenere la ripresa economica, così come ci ha insegnato la grande crisi finanziaria. “Sebbene le misure di sostegno pubblico aiutino a mitigare il rischio, la profonda recessione causata dalla pandemia dovrebbe portare a un deterioramento della qualità degli attivi bancari”, ha detto presentando il Rapporto annuale della Bce 2020 sulle attività di Vigilanza.
Per l’economista italiano è probabile che questo deterioramento sarà più evidente nei settori maggiormente colpiti da pandemia e lockdown e rifletta le differenze nella forza e nella velocità della ripresa. A luglio e dicembre dello scorso anno la Bce ha inviato lettere ai ceo dei maggiori istituti di credito in cui esponeva le “chiare aspettative di vigilanza per opportuni preparativi operativi per l’aumento dei crediti deteriorati e per solide pratiche di identificazione, misurazione e gestione del rischio di credito. La Bce ha di conseguenza formulato una strategia di gestione del rischio di credito determinato dal covid che definisce aree di lavoro concrete e mirate. Nei prossimi mesi – ha precisato – la Bce comunicherà i risultati specifici di queste aree di lavoro per garantire la trasparenza in merito ai nostri risultati e alle azioni di follow-up di vigilanza”.
Il Covid ha reso non più rimandabile anche la questione delle debolezze strutturali delle banche Ue, che determinano la loro bassa redditività. In quest’ottica, per Enria, il consolidamento può aiutare ad affrontare le sovraccapacità e la frammentazione del settore. “Anche prima della pandemia – ha scandito – il rendimento del capitale era inferiore al costo stimato del capitale per la maggior parte delle banche sotto la nostra supervisione. Le banche devono adeguare i loro modelli di business per garantire che siano sostenibili in un ambiente in cui i ricavi sono influenzati da un contesto di bassi tassi di interesse e le perdite su crediti sono in aumento”.
Naturalmente non esiste una ‘cura’ valida per tutti gli istituti. “Strategie bancarie efficaci includono rigorose misure di riduzione dei costi e misure per diversificare le fonti di reddito – ha sottolineato il chair of the Supervisory board della Bce -. Ma qualunque siano le caratteristiche dei mercati in cui operano le banche, un ingrediente chiave è l’efficacia della guida strategica delle banche, ad esempio in termini di determinazione del prezzo dei prestiti, pianificazione e controllo, allocazione dei costi e supervisione delle funzioni aziendali. Le banche che hanno ottenuto risultati migliori negli ultimi anni sono in media migliori anche nel governo strategico”.
In questo percorso verso una maggiore redditività un aiuto importante può venire dalla digitalizzazione, che sta diventando parte integrante dei modelli di business delle banche, modificandone le operazioni interne e le pratiche commerciali. Al tempo stesso il consolidamento del settore bancario “può essere un fattore importante per aiutare ad affrontare le sovraccapacità e la frammentazione del settore bancario, portando potenzialmente a sinergie e maggiore efficienza”. “All’inizio di quest’anno – ha ricordato – abbiamo pubblicato una guida che definisce il nostro approccio prudenziale al consolidamento. Ciò aveva lo scopo di fornire chiarezza su come valutare gli aspetti prudenziali dei progetti di consolidamento e di dissipare i timori che piani di integrazione credibili possano essere ostacolati dalle azioni di vigilanza della Bce”.
Infine, l’unione bancaria. “La mancanza di una rete di sicurezza completamente integrata nell’unione bancaria preserva le segmentazioni nei mercati nazionali, che influiscono negativamente sull’efficienza del settore bancario europeo e sul perseguimento delle nostre priorità di vigilanza”, ha avvertito dunque Enria. “A seguito delle conclusioni del vertice europeo dello scorso dicembre – ha aggiunto – abbiamo accolto con favore le discussioni in corso su una tabella di marcia per l’attuazione dello schema europeo di assicurazione dei depositi (Edis). E’ importante mettere in atto l’Edis e completare l’unione bancaria, per garantire che i depositanti negli Stati membri partecipanti godano dello stesso livello di protezione dei loro risparmi e per sostenere l’impiego senza soluzione di continuità di capitale e liquidità all’interno dei gruppi bancari, soprattutto nei periodi di stress”.
La vigilanza Bce accoglie inoltre con favore la revisione da parte della Commissione europea del quadro per la gestione delle crisi e l’assicurazione dei depositi ed è pronta a contribuire alla discussione con l’esperienza dei primi anni dell’unione bancaria. “Il principale miglioramento che si può fare in questo settore – ha concluso – è garantire che la gestione delle crisi funzioni per tutte le banche, non solo le banche più grandi con operazioni transfrontaliere, ma anche le banche più piccole e largamente finanziate dai depositi. Qui possiamo trarre ispirazione dagli esempi di best practice esistenti, in particolare il funzionamento della Federal Deposit Insurance Corporation (Fdic) negli Stati Uniti”.
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