Anche le altre variabili dell’acronimo Esg sono importanti. A partire dal fattore “social”. E intanto il mercato “etico” italiano continua a correre e supera la Germania in termini di masse investite secondo criteri “responsabili”
Quando si parla di sostenibilità il pensiero corre alla salvaguardia dell’ambiente e all’impatto del cambiamento climatico, ormai accettati dagli investitori come ambiti ineludibili di valutazione. Ma ci sono anche altre variabili che devono essere prese in considerazione. “Come quelle sociali – ha commentato Manuela Mazzoleni, direttore operations e mercati di Assogestioni, introducendo al Salone del Risparmio i lavori della conferenza “Non di solo Environment vive l’Esg: Il ruolo delle variabili sociali nella sostenibilità degli investimenti” – Variabili che meritano l’attenzione di asset owner e asset manager da un punto di vista sia di opportunità sia di controllo del rischio”. Basti pensare alle opportunità offerte dagli investimenti delle cosiddette infrastrutture “sociali” a progetti impact, o ancora ai rischi che possono nascere dal non riconoscere o sottovalutare i rischi reputazionali, legali e operativi legati a una scarsa attenzione alle cosiddette variabili sociali.
Più social
Trascurare la variabile “S” dell’acronimo Esg è un errore, ha sottolineato Francesco Bicciato, segretario generale del Forum della Finanza Sostenibile – Il concetto di sostenibilità va visto come uno sgabello che si regge su tre gambe (Environmental, social e governance, ndr). Senza una di queste lo sgabello non sta in piedi”. Insomma, senza la variabile sociale non esiste una vera sostenibilità. Come ha confermato anche Maurizio Agazzi, segretario generale di Assofondipensione: “Per quanto ci riguarda, in qualità di investitori previdenziali, la S è irrinunciabile. È inimmaginabile pensare a una previdenza che non sia sociale, che sia di primo, secondo o terzo pilastro. Ed è altrettanto indubbio che la sintesi della persona come investitore, consumatore e risparmiatore, vedrà sempre più una maggiore attenzione verso le tematiche Esg, compresa la variabile sociale”.
Il mercato Esg in Italia…
Guardando ai dati più recenti, emerge chiaro come l’Italia stia diventando un Paese sempre più sostenibile. “Già solo rispetto al Salone del Risparmio dello scorso anno, il quadro è cambiato radicalmente –ha fatto notare Bicciato – con circa 1.700 miliardi di asset under management investiti secondo i criteri Esg. Abbiamo superato la Germania e siamo dietro solo a Francia e Uk, che hanno una storia sostenibile molto più lunga. Stiamo recuperando gradualmente quote di mercato”. E se qualche anno fa l’Italia pesava in termini di sostenibilità appena il 5% a livello europeo, oggi questa percentuale è salita al 10%.
… e nel mondo
A livello globale, invece, a fornire la fotografia sostenibile del mercato è stato Rodolfo Fracassi, managing director di MainStreet Partners, secondo cui la percentuale di attivi gestiti secondo criteri Esg è passata dal 5% del 1990 al 30% di fine 2018. Una crescita importante, che trova riscontro anche nel mercato dei Green, social & sustainability bond: una nicchia che nel 2011 raccoglieva capitali per “appena” 2 miliardi di dollari, contro i 200 miliardi rastrellati nel 2018 (di questi il 10% sono social & sustainability bond). E il futuro è in crescendo, grazie anche all’attenzione crescente dei regulator in Europa, che stanno lavorando su più fronti. “In primis per individuare un sistema di classificazione unificato a livello Ue, la cosiddetta tassonomia – ha puntualizzato Fracassi – Ma si sta lavorando anche sulla rendicontazione e sulla consulenza, ovvero sulla profilatura delle preferenze dei clienti in ambito Esg per la selezione degli strumenti finanziari. Da questo punto anche la comunicazione è importante, in quanto aggiunge una dimensione valoriale per fidelizzare il cliente”, ha concluso.
Alcuni approcci alla sostenibilità possono aumentare il rischio di concentrazione del portafoglio. Masja Zandbergen, Head of ESG Integration di Robeco, spiega come integrare i criteri Esg nel processo decisionale
Nasce Alternative Capital Partners, Sgr alternativa italiana ad applicare i principi di sostenibilità ambientale sociale e di governance agli investimenti illiquidi
Iscriviti per ricevere gratis il magazine FocusRisparmio