“Il ruolo della Federal Reserve così com’è non sarà sostenibile”
Secondo gli esperti di K2 Advisors, il programma di Qe della Fed ha finito per distorcere i prezzi degli asset.
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La Fed ha segnalato che non ci saranno rialzi dei tassi di interesse quest’anno, e un solo rialzo nel 2020. L’istituto guidato da Jerome Powell ha lasciato invariati i tassi di interesse: il costo del denaro resta dunque fermo in una forchetta fra il 2,25% e il 2,50%.
Powell ha spiegato che tra i motivi del cambio di passo di politica economica si annovera il rallentamento della crescita economica fuori dagli Usa: “L’economia europea è rallentata in modo sostanziale, così come quella cinese. Ma non vediamo una recessione in Europa”, ha detto il presidente Fed, sottolineando che la Brexit e le trattative commerciali in corso rappresentano ulteriori rischi per le prospettive economiche.
Ma anche le prospettive americane appaiono un po’ meno rosee, tanto che la banca centrale Usa ha rivisto al ribasso le stime di crescita per il 2019. Quest’anno l’economia dovrebbe crescere del 2,1% contro il +2,3% precedentemente stimato.
Cosa ne pensano i gestori? “Interessante la forward guidance con i dot plot, in cui la Fed ha eliminato entrambi gli aumenti previsti per il 2019” osserva Lee Ferridge, responsabile Multi-Asset Strategy per le Americhe di State Street Global Markets. “I timori della Fed sul futuro andamento dell’inflazione sono chiaramente più forti del previsto e sembra che il ciclo di rialzo dei tassi sia davvero finito”.
Questo, prosegue Ferridge, “dovrebbe supportare ulteriormente un mercato azionario che ha già registrato ottime performance all’inizio dell’anno. Se da un lato ci aspettiamo che il dollaro ne risenta, dall’altro il carry trade dei mercati emergenti – uno dei preferiti nel mercato valutario nel 2019 – dovrebbe ricevere un’ulteriore spinta al rialzo”.
Si spinge oltre Nick Maroutsos, Co-Head of Global Bonds di Janus Henderson, che spiega: “Riteniamo che la prossima mossa della Fed sarà quella di tagliare i tassi, sebbene tra qualche tempo”. Questo perché, come sottolineato da Powell, “il contesto globale appare appesantito da rischi geopolitici elevati e dalle minacce alla crescita economica, oltre che dalle tensioni commerciali tra Cina e Stati Uniti, dalle sfide politiche europee e dai negoziati sulla Brexit”.
Anche negli Usa il tempo è incerto. “Nonostante gli ultimi dati che da misti sono risultati leggermente positivi negli Stati Uniti, le aspettative di inflazione appaiono ridotte, cosa che ha costretto la mano della Fed a mantenere tassi più bassi, più a lungo”, afferma Maroutsos.
Il gestore ravvisa chiare opportunità di investimento.“Poiché la Banca centrale degli Stati Uniti continua a optare per un atteggiamento accomodante, riteniamo che ci siano delle opportunità nel credito high yield USA. Gli investitori potrebbero anche beneficiare dei rendimenti in calo”.
Possibilità di estrarre profitto esistono anche fuori dagli Usa: “La nostra preferenza è ancora quella di possedere più duration in Paesi come l’Australia e la Nuova Zelanda”, dice il gestore di Janus Henderson. “Siamo interessati alle opportunità in queste regioni, così come da quelle in Asia e in Giappone, dal momento che queste economie operano su diversi cicli economici”.