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Investimenti più che raddoppiati: su del 123% a 14,7 miliardi. La raccolta, al 90% italiana, tocca quota 5.725 milioni. Boom delle infrastrutture: +480%
Con numeri da incorniciare, il mercato italiano del private equity e venture capital archivia il miglior anno della sua storia. Il 2021 ha infatti registrato 14,69 miliardi di euro di investimenti, in aumento del 123%, un numero mai visto prima nel nostro Paese. Ben 654 le operazioni, in crescita del 39%, per quasi 6 miliardi di raccolta, +119%.
Un netto rimbalzo, dunque, rispetto a un 2020 segnato dalla pandemia, che stando a quanto emerge dall’analisi condotta da Aifi, in collaborazione con PwC Italia – Deals, mostra la vitalità del mercato italiano nel 2021 in confronto ai principali mercati dell’Eurozona: al netto delle infrastrutture, +33% gli investimenti in valore e +35% in volume, a fronte del -16% e -15% della Germania e del +19% e +0% della Spagna.
Raccolta, il 26% arriva da fondi pensione e casse di previdenza
La raccolta degli operatori domestici è tornata quindi quasi ai livelli del 2017, a 5.725 milioni di euro, con flussi sul mercato cresciuti del 159% e totali in aumento del 119% rispetto al 2020. L’89% riguarda la raccolta domestica, contro l’11% estera.
A livello di fonti, il 26% deriva da fondi pensione e casse di previdenza, seguiti dal settore pubblico e dai fondi di fondi istituzionali (15%) e dalle banche (14%). Gli operatori che nel 2021 hanno svolto attività di fundraising sul mercato sono stati 44, contro i 26 dell’anno prima.
Investimenti, volano le infrastrutture
Dei 14,699 miliardi di investimenti totali, livello più alto mai registrato nel mercato italiano, la parte più consistente, ben 7,671 miliardi, sono stati destinati al comparto delle infrastrutture (52% del totale e ammontare quasi 6 volte superiore al 2020), che ha dunque segnato un balzo del 480%. In buy out sono poi andati 5,386 miliardi (+23%), mentre il mercato dell’expansion è cresciuto del 142% con meno di un miliardo, e 587 milioni in venture capital (+55%).
In totale sono state 654 le operazioni, di cui oltre la metà, 371 per l’esattezza, in venture capital, settore che dal 2020 sta crescendo in modo significativo, grazie all’avvio dell’operatività di un soggetto di matrice istituzionale, focalizzato sugli investimenti in imprese nelle prime fasi di vita. Il 76% del totale, ovvero 11.138 milioni, è stato investito da soggetti internazionali, ma il 75% delle operazioni, ben 489, sono state fatte da soggetti domestici.
Complessivamente nel corso dell’anno sono state realizzate 8 operazioni con equity versato compreso tra 150 e 300 milioni di euro, i cosiddetti large deal, e 8 operazioni di ammontare superiore ai 300 milioni (mega deal), che insieme hanno rappresentato il 67% dell’ammontare complessivo investito nell’anno (9.821 milioni).
A livello territoriale, al primo posto c’è la Lombardia con il 40,3%, seguita dal Lazio con il 13% e il Veneto con l’8%. Per i settori, invece, svetta l’Ict con il 28%, davanti a beni e servizi industriali (14,2%) e medicale (12,15). Da sottolineare che il 56% del numero di investimenti ha riguardato imprese che non avevano mai ricevuto capitali dal private equity, per un ammontare pari al 45% del totale.
Disinvestimenti in crescita
Guardando, invece, ai disinvestimenti, questi sono cresciuti del 69% a 2,7 miliardi. Il numero di exit è stato pari a 104, +28% rispetto alle 81 del 2020. Il canale maggiormente utilizzato è stato la vendita a soggetti industriali, con un peso del 32% in termini di ammontare (871 milioni di euro) e del 35% in termini di numero (36).
“Negli anni più difficili il private equity ha mostrato tutta la propria forza intervenendo sul mercato e investendo in modo massiccio sull’economia reale. I risultati eccezionali dimostrano quale ruolo strategico questo asset possa avere per spingere innovazione e crescita delle aziende – ha commentato Innocenzo Cipolletta, pPresidente AIFI -. Il comparto delle infrastrutture, in particolare, ha chiuso operazioni importanti che vanno a beneficio di tutto il Paese. L’Italia sta cambiando e diventando più connessa non solo negli asset digitali ma anche in quelli legati alla viabilità. Questo è fondamentale per supportare lo sviluppo della imprenditoria e del commercio italiano”.
“È stato un secondo semestre 2021 molto effervescente, caratterizzato da grandissime operazioni specialmente nel settore infrastrutture, che portano il totale degli investimenti registrati nel 2021 a livelli record mai riscontrati in precedenza – ha sottolineato Francesco Giordano, private equity leader di PwC Italia -. Le aziende italiane continuano ad attrarre l’interesse dei grandi operatori internazionali che rafforzano sempre più la loro presenza in Italia e spesso contribuiscono in maniera decisiva alla crescita delle nostre eccellenze sui mercati globali”.
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