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Ad ottobre torna a scendere, a quota 92.7, l’indice di fiducia delle aziende teutoniche. Secondo gli economisti, la ripresa della Germania potrebbe fermarsi nel primo trimestre 2021
Seconda ondata potrebbe far rima con doppia recessione. A ricordarlo è oggi l’Ifo, che misura la fiducia degli imprenditori tedeschi, tornato a scende a ottobre di pari passo con la risalita dei contagi. Seppure in linea con il consenso degli economisti, l’indice si è infatti attestato a 92,7 punti, in calo rispetto ai 93,4 di settembre.
Il dato sulle aspettative è invece sceso a 95 da 97, ai minimi da giugno, mentre l’indicatore sulla situazione corrente è salito a quota 90,3, ai massimi da marzo, contro i precedenti 89,2 e gli 89,8 previsti. “Il sentiment tra i leader aziendali si è offuscato”, spiega Clemens Fuest, presidente dell’Istituto Ifo, che sottolinea la prima caduta dell’indice dopo cinque aumenti consecutivi.
“Le aziende sono notevolmente più scettiche riguardo agli sviluppi nei prossimi mesi. Al contrario, hanno fornito una valutazione leggermente più positiva della loro situazione attuale rispetto al mese scorso. In considerazione dell’aumento del numero di contagi, gli uomini d’affari tedeschi stanno diventando sempre più preoccupati”, spiega Fuest.
Per Carsten Brzeski, global head of macro di Ing, dopo che diversi altri indicatori anticipatori hanno segnalato un indebolimento dell’economia, “anche l’indice Ifo si è finalmente unito alla folla”. L’esperto sottolinea infatti che l’economia tedesca viaggia a due velocità, dato che “mentre l’indebolimento del settore dei servizi è continuato sotto nuove restrizioni di allontanamento sociale, il settore manifatturiero ha continuato la sua ripresa”.
Guardando al futuro, prosegue l’esperto, “per quanto dolorosi siano i blocchi per i settori già duramente colpiti, l’impatto sull’economia complessiva sarà molto meno accentuato”, ma “con nuove restrizioni all’orizzonte, vi è un rischio significativo che i blocchi ‘smart’ si trasformino in lockdown”. A prima vista, conclude Brzeski, l’Ifo di oggi “non è abbastanza debole da temere un altro crollo dell’economia, ma segna sicuramente la fine del rimbalzo e l’inizio dei timori su una doppia recessione”.
Nessuna sorpresa neppure per Fritzi Koehler-Geib, capo economista di KfW, secondo cui dal momento che il numero di infezioni è in aumento e le misure di contenimento sono state inasprite, non deve stupire che “il clima economico tedesco fotografato dall’Ifo si stia annuvolando”.
“Siamo ancora cautamente ottimisti sul fatto che l’aumento di nuove infezioni in Germania possa essere rallentato senza le misure economicamente più dannose – afferma l’economista -. È probabile che l’industria manifatturiera stia facendo meglio questa volta rispetto alla prima ondata di infezioni, poiché poche attività economiche saranno ridotte tra i partner commerciali europei”. È innegabile tuttavia, conclude Koehler-Geib, che le restrizioni prevedibili significheranno una “battuta d’arresto significativa per il settore dei servizi, che è stato già duramente colpito nella prima ondata”.
Più pessimista, infine, Andrew Kenningham, capo economista europeo di Capital Economics, stando al quale il lieve calo dell’indice Ifo suggerisce che la ripresa economica della Germania si sta esaurendo. “Il calo della componente aspettative dell’indice Ifo si aggiunge alle crescenti evidenze sul fatto che la seconda ondata di Covid colpirà la domanda di esportazioni tedesche dal resto d’Europa e smorzerà la domanda di servizi nella stessa Germania”, avverte Kenningham. Secondo Capital Economics il prodotto interno lordo tedesco dovrebbe aumentare del 7,5% nel terzo trimestre, ma l’aumento del quarto trimestre sarà molto più contenuto e la crescita potrebbe arrestarsi nel primo trimestre del prossimo anno.
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