Il Giappone fa la guerra ai dazi di Trump
Intanto il Pil registra una contrazione per la prima volta dal 2015. Gli esperti si interrogano sulla tenuta del mercato nipponico. L’analisi dei gestori.
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Un fronte comune contro la Cina. Questo è l’obiettivo degli Stati Uniti dopo il vertice di mercoledì tra Donald Trump e il presidente della Commissione Europea, Jean Claude Juncker. Lo spiega Alberto Forchielli, economista e partner fondatore del fondo Mandarin: “A Washington sta prevalendo la linea di Bob Lighthizer, il Trade Representative convinto che ‘messa alle spalle al muro, alla fine l’Europa cederà’ anche se nel frattempo non si escludono nuove ‘scintille’, inclusi i dazi sulle auto”.
L’incontro ha di fatto segnato una tregua tra il numero uno della Casa Bianca e l’Europa: i rapporti sulla riunione indicano che il presidente Trump ha accettato di trattenersi dall’attuare i suoi imminenti dazi sul settore automobilistico mentre le due parti continueranno i negoziati per altre sfide commerciali.
Il presidente della Commissione Ue è visibilmente soddisfatto dell’esito del colloquio: “Ero venuto qui per trovare un’intesa e l’abbiamo trovata”. Anche Trump non ha nascosto la sua soddisfazione: “E’ un grande giorno, abbiamo lanciato una nuova fase nei rapporti tra Usa ed Europa. L’obiettivo è quello di zero tariffe, zero barriere commerciali non tariffarie e zero sussidi sui beni industriali che non siano auto”.
Il presidente degli Stati Uniti ha anche un altro motivo per sorridere visto che l’economia statunitense non smette di crescere e realizza il miglior risultato dal terzo trimestre del 2014. Secondo la lettura preliminare del dato diffuso dal dipartimento al Commercio, il Pil è cresciuto del 4,1 per cento. Il dato è in rialzo rispetto al trimestre precedente, quando gli Stati Uniti avevano registrato un +2,2%. Il Pil era salito dell’1,4% nel primo trimestre del 2017, del 3,1% del secondo, del 3,2% nel terzo e del 2,9% nell’ultimo trimestre del 2017. Lo scorso è stato l’anno migliore dal 2014.