Wealth Management, ultima chiamata per dribblare il rischio FAAMG
Covid-19 è l’opportunità perfetta per cambiare marcia e far uscire il settore dall’impasse. Il rischio è lasciare la ricchezza privata globale in mano ad Amazon e Alibaba
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Nell’ultimo decennio, dal 2009 al 2019 – gli anni post crisi Lehmann – la ricchezza privata globale è cresciuta con un tasso annuo di crescita composto (Cagr) del +6,2% passando da 125 mila a 226 mila miliardi di dollari, molto di più rispetto al tasso di crescita annua composta sperimentato nei dieci anni precedenti (Cagr del +4,5% fra il 1999 e il 2009).
Queste percentuali sono state raggiunte grazie soprattutto al contributo dell’Asia (+10,8% lo scorso decennio fino a 42,1 mila miliardi nel 2019) che va imponendosi come terzo mercato per i wealth manager insidiando sempre più da vicino la posizione dell’Europa occidentale, che a fine 2019 conta 46,8 mila miliardi di ricchezza.
È quanto emerge dal report “Global Wealth 2020 – 20th Edition” redatto dalla società di consulenza Boston Consulting Group (Bcg), dove viene fatto il punto sullo stato dell’arte dell’industria globale del wealth management e si tracciano le prospettive per i prossimi venti anni.
Fonte: “Global Wealth 2020 – 20th Edition”, Boston Consulting Group
Per effetto della pandemia Covid-19 la ricchezza privata mondiale si contrarrà – stima Bcg – dai 6 ai 16mila miliardi di dollari nel 2020 e 2021, a seconda dell’entità e della durata della recessione economica. Dal 2022 in poi, però, tornerà a superare i livelli di oggi e arriverà a toccare nel 2024 livelli compresi fra i 240-280mila miliardi.
Il numero di milionari a livello globale è quasi triplicato negli ultimi 20 anni, da 8,9 milioni nel 1999 a oltre 24 milioni a fine 2019. Collettivamente, stima la società di consulenza, i milionari ora detengono più del 50% della ricchezza finanziaria totale a livello globale. Anche qui è il Nord America che continua ad avere il maggior numero di milionari (16,4 milioni), più della metà dei quali (10,3 milioni) sono diventati milionari durante il 21° secolo. Il Nord America ospita anche la più grande concentrazione di individui HNWI (High Net-Worth Individual): Questo segmento ora rappresenta il 59% della ricchezza del Nord America (59 trilioni).
Dal report emerge che i ricchi hanno trovato vantaggio perché hanno investito di più nei mercati azionari e con una maggior diversificazione. Il portafoglio medio degli individui HNWI e Ultra-HNWI — individui con una ricchezza finanziaria totale di oltre 100 milioni di dollari — comprende una quota molto più elevata di azioni rispetto a individui appartenenti ad altre fasce di ricchezza (oltre il 50% è investito in azioni e quote di fondi di investimento, in media). Al contrario, i retail – individui con attività inferiori a 250.000 dollari – investono o hanno investito, in media, solo il 9% circa del patrimonio in azioni o quote di fondi, con oltre l’80% della ricchezza che viene invece detenuta sottoforma di liquidità infruttifera, contanti o depositi, o investito in assicurazioni sulla vita e pensioni. Bcg conclude che il basso tasso di investimenti si è tradotto in un tasso di crescita della ricchezza privata più contenuto per questo segmento della popolazione.