Utili societari Usa sotto tono
Wade (Schroders): "I profitti rallenteranno e scenderanno nel 2020 in linea con un'economia più debole, bassa inflazione e pressioni salariali"
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La parola d’ordine sui mercati, nonostante un primo trimestre 2019 di Borse brillanti, resta “incertezza”. Tanto che gli investitori iniziano a scommettere sulla fine di quello che è stato a tutti gli effetti un rally prolifico di profitti.
“La sessione prefestiva per le Borse è stata segnata dalla delusione a seguito della pubblicazione dei dati manifatturieri provenienti dalle due principali economie europee, che sono riuscite a impartire al mercato un colpo da knock-out – dice Arnaud Masset, analista di Swissquote – Anche la moneta unica ne risente ed è scivolata a 1,1250 contro dollaro a chiusura di due settimane in cui negoziando con il trend a favore era risalita da 1,1184 a 1,1324. Nel frattempo, tuttavia, anche la BCE è tornata su un sentiero più accomodante cancellando l’ipotesi di un rialzo dei tassi nel prossimo futuro e lanciando il terzo round di finanziamenti Tltro”.
In tale contesto è improbabile secondo l’analista che l’euro possa riprendere forza e questo sarebbe il preludio della fine “dei guadagni delle Borse, fatto che comporterebbe inevitabilmente un’inversione di marcia verso il risk-off mood e che impatterà certamente anche il mercato valutario”.
L’inversione di tendenza non è limitata all’Europa, ma impatta anche gli Usa, dove a fare paura è la possibilità di una minore crescita degli utili. “Nel 2018 i mercati sono stati guidati da utili societari più solidi, tuttavia i prezzi delle azioni sono diminuiti, dato che i rialzi dei tassi hanno spinto gli investitori a riesaminare le valutazioni – spiega Keith Wade, chief economist & strategist di Schroders – Sembra che quest’anno ci troveremo nella situazione opposta, dato che prevediamo che gli utili rallenteranno via via che le banche centrali faranno passi indietro”.
Minore inflazione e salari in aumento creano pressione sui margini. “Uno dei principali cambiamenti nelle nostre recenti previsioni di crescita più debole riguarda l’outlook dell’inflazione, che sembra destinata a risultare più debole di quanto atteso in precedenza e ciò ha incentivato una politica monetaria più accomodante da parte delle banche centrali – continua Wade – Anche se può sembrare una notizia positiva per i mercati azionari (tassi di interesse inferiori rendono i risparmi liquidi relativamente meno attraenti), una minore inflazione può aumentare la pressione sui margini di profitto. Le società stanno inoltre affrontando anche salari in aumento. In una situazione di maggiore inflazione, il maggiore costo della manodopera può essere gestito più facilmente attraverso l’innalzamento dei prezzi finali. Al contrario, quando l’inflazione è limitata e i produttori non riescono a gestire al meglio i costi addizionali, il peso ricade sui margini di profitto”.
Dunque, pur non essendo nelle attese una recessione negli Stati Uniti (intesa come due trimestri consecutivi di crescita economica negativa), il modello previsionale di Schroders indica di prestare particolare attenzione agli utili Usa. “Ci aspettiamo che i profitti raggiungeranno il picco nel terzo trimestre del 2019 e che poi scenderanno in linea con un’economia statunitense più debole. In generale, prevediamo che i profitti Usa (escluso il settore finanziario) aumenteranno del 6% nel 2019, ma poi perderanno il 4% nel 2020. Stimiamo che gli utili operativi dell’S&P500 aumenteranno del 6,8% nel 2019, mentre gli utili per azione (Eps) cresceranno del 7,8%. Il declino dei profitti nel 2020 capovolgerà questi guadagni. Gli utili operativi scenderanno quindi del 3,4% e gli Eps del 6,9%”.