5 min
Il pacchetto Cmu interviene sul framework sui fondi alternativi, e introduce anche proposte di modifica alla direttiva Ucits. Soddisfazione di Efama, che però ammonisce sulla rigidità di alcune prescrizioni
La Commissione europea punta a migliorare l’efficienza e l’integrazione del mercato dei fondi di investimento alternativi con una proposta di revisione della direttiva sui gestori di fondi di investimento alternativi (Aifmd), cui si è aggiunta anche una bozza di modifica della direttiva Ucits, per armonizzarne alcune disposizioni con le modifiche della prima. Le proposte fanno parte del nuovo pacchetto CMU adottato nei giorni scorsi – e che ora passerà al vaglio di Consiglio e Parlamento Ue – che include anche le modifiche al regolamento Eltif, l’istituzione di un Punto di accesso unico europeo (Esap) ai dati e la revisione del regolamento Mifir.
Le proposte di modifica della Aifmd puntano ad armonizzare le norme relative ai fondi che concedono prestiti alle imprese, per facilitare l’erogazione di prestiti all’economia reale, garantendo allo stesso tempo una migliore protezione degli investitori e una maggiore stabilità finanziaria. La revisione chiarisce inoltre le norme in materia di delega, che consentono ai gestori di fondi di acquisire competenze da Paesi terzi, per un migliore coordinamento e un adeguato scambio di informazioni tra le autorità di vigilanza dell’Ue, allo scopo di tutelare maggiormente gli investitori e la stabilità finanziaria.
Anche se il framework dell’Aifmd ha dimostrato di essere efficace, la Commissione ha voluto ampliarne la portata, come previsto dall’articolo 69 della direttiva, con alcuni cambiamenti mirati volti a garantire un maggiore coordinamento e una maggiore protezione, ma anche un migliore monitoraggio dei rischi alla stabilità finanziaria posti dai Fia, e riempiendo alcuni buchi normativi.
La proposta introduce regole comuni sul direct lending alle società da parte di Fia, che permette a questi ultimi di operare cross-border e garantire così che i fondi alternativi possano porsi come un’alternativa di finanziamento efficace in aggiunta al canale bancario. E allo stesso tempo prevede dei meccanismi per limitare i rischi di questo genere di finanziamento. In particolare, come spiega un’analisi di PwC Tls firmata da Fabrizio Cascinelli, Anna Di Vilio e Antonio Rossi, è prevista l’armonizzazione delle norme applicabili ai gestori di fondi di investimento alternativi che gestiscono fondi di credito, cui viene chiesto di implementare politiche, procedure e processi efficaci per la concessione di crediti, la valutazione del rischio di credito e l’amministrazione e monitoraggio dei portafogli di crediti. In aggiunta, “sarebbero previste regole specifiche al fine di limitare potenziali conflitti di interesse (divieto di ricevere prestiti per alcuni soggetti legati al gestore di Fia), per scongiurare situazioni in cui i prestiti siano erogati con il solo fine di cederli (requisiti di mantenimento del rischio) ed evitare disallineamenti di durata (obbligo di adottare una struttura chiusa laddove il Fia eroghi crediti in misura significativa)”.
Sul piano del reporting alle autorità di vigilanza, la Commissione spiega che la proposta punta a migliorare l’accesso ai dati rilevanti sia per le autorità nazionali sia per quelle Ue e rimuovere la duplicazione delle informative.
Inoltre la proposta armonizza il set di strumenti di gestione della liquidità (Lmt), per facilitare il liquidity risk management da parte dei gestori di Fia, in linea con le raccomandazioni dello European Systemic Risk Board (Esrb) e dell’Esma. Su questo fronte, le modifiche all’Aifmd e alla direttiva Ucits prevedono di introdurre degli strumenti per Fia aperti e Ucits per permettere alle società di gestione “di far fronte alle pressioni derivanti dai rimborsi al ricorrere di condizioni di stress di mercato e di migliorare la protezione degli investitori. Tali strumenti includerebbero, tra gli altri, soglie di rimborso, preavvisi, commissioni di rimborso, rimborsi in natura e side pockets”, spiegano da PwC Tls.
Anche sulla delega il quadro normativo Ucits verrebbe allineato alla Aifmd “prevedendo che le società di gestione di Ucits debbano giustificare l’intera struttura della delega in base a ragioni oggettive. In aggiunta, dal punto di vista della vigilanza, verrebbero introdotte nuove regole riguardanti sia lo scambio di informazioni tra autorità di vigilanza sia nuovi compiti attribuiti all’Esma in caso di delega a soggetti extracomunitari”, aggiungono gli esperti.
Per quanto riguarda i depositari, le nuove norme previste permetterebbero alle autorità competenti nazionali di consentire ai gestori di Fia o ai Fia di nominare depositari situati in un altro Stato membro Ue; “in aggiunta, disposizioni specifiche verrebbero introdotte per includere i Depositari centrali di titoli (Csd) nella catena di custodia prevista dalle direttive, in qualità di delegati del depositario per lo svolgimento di servizi di custodia di loro spettanza. È opportuno menzionare che i depositari verrebbero esonerati dall’obbligo di effettuare una due diligence ex ante sui Csd”.
Secondo Efama, l’associazione europea dei fondi e dell’asset management, questi miglioramenti mirati consentiranno di far progredire l’Unione dei mercati dei capitali, continuando a garantire nello stesso tempo la resilienza già dimostrata dai Fia. L’associazione in particolare ha espresso soddisfazione nel vedere l’inclusione di alcuni depositari centrali di titoli (Csd) nella catena di custodia quando forniscono servizi a Ucits e Fia, il che migliorerà la protezione degli investitori. E accoglie favorevolmente l’intenzione di integrare i numerosi regimi di segnalazione applicabili ai Fia e di ridurne le duplicazioni, anche se secondo Efama è necessario anche che ci sia un migliore scambio di dati tra le autorità pubbliche, in particolare con le banche centrali.
Sugli strumenti di gestione della liquidità, Efama ammonisce contro l’introduzione di norme troppo prescrittive, sottolineando che tali strumenti dovrebbero evolversi in linea con le pratiche di mercato. “L’attivazione di questi strumenti dovrebbe essere a discrezione del gestore, in base alle caratteristiche individuali dei fondi che gestisce”, ha osservato Federico Cupelli, Deputy Director for Regulatory Policy di Efama. Poiché gli Ucits sono già soggetti a rigide regole sui prodotti, l’associazione mette in dubbio anche l’utilità di introdurre un regime di segnalazione per loro. Le attuali regole sui prodotti – spiegano -includono restrizioni su asset ammissibili, prestiti finanziari e negoziazione di derivati, che limitano i rischi sistemici che tali fondi possono rappresentare per il sistema finanziario. Inoltre, l’associazione rimane cauta su alcune delle modifiche proposte sui requisiti di delega e di esternalizzazione, e sulle conseguenze indesiderate che tali modifiche potrebbero avere su un regime di delega collaudato che funziona bene a vantaggio degli investitori.
.
.
Vuoi ricevere ogni mattina le notizie di FocusRisparmio? Iscriviti alla newsletter!
Registrati sul sito, entra nell’area riservata e richiedila selezionando la voce “Voglio ricevere la newsletter” nella sezione “I MIEI SERVIZI”.