La Cop26 dà la scossa agli asset manager
Le emissioni nette zero sono ora un obiettivo per il 24% dei maggiori gestori. Sale l’attenzione sui green bond, le cui emissioni saliranno del 25% nel 2022. L’analisi NN IP
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“La Cop26 è finita. Ecco un breve riassunto: bla, bla, bla. Ma il vero lavoro continua fuori da questi saloni. E noi non ci arrenderemo mai, mai”. Il giudizio tranchant dell’attivista svedese, Greta Thunberg, non rende giustizia ai risultati del tanto atteso vertice Onu, ma può dare la misura della modestia del compromesso raggiunto dai 195 Paesi riuniti a Glasgow. Perché l’accordo finale appare effettivamente annacquato e ora, come ha messo in guardia la stessa giovane militante, bisogna stare attenti allo “tsunami di greenwashing e alle giravolte dei media per inquadrare in qualche modo il risultato come ‘buono’, ‘un progresso’, ‘fiducioso’ o ‘un passo nella giusta direzione’”.
La conclusione più importante della Cop26 è i che Paesi del mondo puntano adesso a mantenere il riscaldamento globale sotto 1,5 gradi dai livelli pre-industriali. L’obiettivo dell’Accordo di Parigi del 2015 parlava invece di 2 gradi, e di 1,5 come traguardo ottimale. Ora i numeri si sono invertiti: 1,5 gradi diventa il target principale. Il “Glasgow Climate Pact” fissa anche l’obiettivo minimo di decarbonizzazione per tutti gli Stati firmatari: un taglio del 45% delle emissioni al 2030 rispetto al 2010, e zero emissioni nette intorno alla metà del secolo.
Si invitano poi i Paesi a tagliare drasticamente anche gli altri gas serra (metano e protossido di azoto) e a presentare nuovi obiettivi di decarbonizzazione (Ndc, National Determined Contributions) entro la fine del 2022. Si chiede quindi di “accelerare gli sforzi verso la riduzione graduale dell’energia a carbone” e di eliminare gradualmente i sussidi ai combustibili fossili, fornendo al contempo un sostegno mirato ai Paesi più poveri e vulnerabili, in linea con i contributi nazionali, e riconoscendo “la necessità di sostegno verso una transizione giusta”.
Dove dunque il fallimento è evidente è sul carbone. Le tre bozze iniziali del documento prevedevano infatti un invito ai Paesi ad eliminare (non a ridurre) al più presto le centrali a carbone e i sussidi alle fonti fossili, ma la questione ha visto la dura opposizione dell’India, appoggiata dalla Cina. Altro traguardo mancato è quello degli aiuti ai Paesi meno sviluppati per affrontare la crisi climatica. Il documento finale invita gli Stati ricchi a raddoppiare i loro stanziamenti e prevede un nuovo obiettivo di finanza climatica per il 2024, ma non fissa una data per attivare il fondo da 100 miliardi di dollari all’anno in aiuti per la decarbonizzazione.
“Abbiamo ottenuto un risultato importante, sviluppato dall’Italia: tutti i Paesi, compresi Cina e India, hanno accettato di non arrivare a 2 gradi di riscaldamento globale a metà secolo, ma a 1,5. Questo mezzo grado è fondamentale. Un risultato importante che è partito dal G20”, commenta il ministro italiano della Transizione ecologica, Roberto Cingolani.
In particolare Cingolani chiarisce come , per firmare l’accordo, New Dehli e Pechino abbiano “chiesto di stabilire la tempistica di abbattimento del carbone”. “Se avessimo fatto i duri e puri non avrebbero firmato e avrebbero liberalizzato completamente le loro attività”, sottolinea.
Per il ministro però, l’impianto del vertice va ripensato. Con 125 Stati tra piccole isole e grandi colossi, ha spiegato, “trovare un compromesso, in un unico risultato valido per tutti è quasi impossibile”.
E sulle critiche degli attivisti, Cingolani non ci sta: “Ci troviamo di fronte a problemi di portata storica. Le soluzioni non sono semplici, sono cose complicatissime”. E avverte: “attenzione a non semplificare troppo e attenzione a non avere troppe aspettative”. “Capisco che gli attivisti giovani debbano tenere l’attenzione molto alta e contestare – conclude -. Ma 194 Stati che per due settimane si chiudono in una stanza, per trovare una soluzione, è democrazia, non è ‘bla bla bla’. Non mi pare che andare in giro per le strade a urlare e suonare sia efficace”.
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