È (ancora) presto per vedere l’Orso
De Luca (Gamma Capital Markets): “Solo una sana correzione rispetto a livelli insostenibili. Meglio comunque ridurre l'esposizione ai ciclici”.
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“La sonante sconfitta subita dal governo britannico ha segnato un momento decisivo nel processo per la Brexit. Nonostante il voto, la maggioranza dei parlamentari sembra prona a evitare un’uscita senza un accordo, c’è dunque una discreta possibilità che si raggiunga un compromesso intorno a una versione emendata del testo o si finisca per non avere proprio una Brexit”. Dopo l’esito schiacciante del voto sulla Brexit, Karen Watkin, multi-asset portfolio manager di AllianceBernstein, commenta le ripercussioni che questo potrebbe avere sui mercati azionari e obbligazionari.
“L’intesa, o ancor di più una cancellazione della Brexit – prefigura l’esperta – darebbe probabilmente un impulso immediato alla sterlina e anche i Gilt dovrebbero rispondere bene nel breve periodo. Una pausa nell’incertezza politica, e dunque una nota positiva per la crescita del Paese, dovrebbe andare inoltre a vantaggio dell’azionario UK. L’aver evitato una grave crisi politica dovrebbe spingere anche le borse europee”.
La fonte di incertezza più immediata “è il voto di fiducia sul governo May. Mentre è probabile che il primo ministro UK ottenga la fiducia oggi, rimane la possibilità che si vada a elezioni anticipate che i Laburisti sperano di vincere. Questa mossa potrebbe mettere pressione sull’obbligazionario britannico e sui mercati valutari”.
“Finché non ci sarà maggiore chiarezza – prosegue l’esperta – è possibile che il mercato azionario rimanga sotto pressione poiché la minaccia di una maggiore incertezza limiterebbe gli investimenti e danneggerebbe il commercio e la fiducia dei consumatori. Nel breve termine la volatilità è destinata chiaramente a rimanere, cosa che potrebbe spingere gli investitori a un atteggiamento avverso al rischio, limitando così il rimbalzo di gennaio”.
“L’esito finale è ancora così imprevedibile che gli investitori dovrebbero pensare attentamente a quanto rischio vogliono assumere nel mercato obbligazionario britannico e nei mercati valutari”, conclude Watkin.