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Consob e partiti contro il progetto che assegna a Parigi tutto il potere del futuro gigante delle piazze finanziarie. Milano vuole maggiore autonomia
Il matrimonio Borsa Italiana-Euronext non s’ha da fare, non a queste condizioni. Continua a salire la pressione su Palazzo Chigi e sul Mef per fermare l’aggregazione di Piazza Affari nel consorzio a guida francese, che per come è progettata sembra lasciare all’Italia solo le briciole, spostando di fatto a Parigi tutto il potere di quello che sarà il maggior gestore di mercato finanziario del Vecchio Continente.
Così diventa sempre più probabile, secondo quanto riferisce Bloomberg, che il governo si decida per un rinvio dell’operazione, fino a che alla società milanese venga concessa maggiore autonomia e potere decisionale da parte dell’acquirente transalpino.
D’altra parte la presenza nel consorzio dei due soci italiani, Cdp e Intesa, non ha placato gli animi e i malumori riguardo i termini dell’accordo hanno trovato ben più di una sponda, con la Consob in prima fila e con una nuova mozione di maggioranza sul ruolo del ministero dell’Economia nella vendita, che verrà votata questa settimana nell’assemblea della Camera dopo una serie di rinvii.
Il testo è stato riformulato dalla deputata M5S, Vita Martinciglio, e richiamerà quanto già sollevato da Lega e da Fi che avevano depositato nei mesi scorsi le rispettive mozioni, confermando peraltro quanto sollecitato dalla precedente maggioranza. Il governo, si legge nella mozione, deve “assumere tutte le iniziative di competenza necessarie a garantire la stabilità finanziaria dell’Italia e dei nostri titoli pubblici, evitando attacchi speculativi, e la sicurezza degli asset strategici, anche attraverso il corretto e tempestivo utilizzo delle norme sul golden power”.
E proprio ieri il commissario Consob, Paolo Ciocca, nel corso della presentazione del rapporto sulla corporate governance delle quotate curato dall’Autorità di via Martini, non ha perso l’occasione di tornare sull’argomento. “L’aggregazione di Borsa italiana dentro Euronext deve vedere la piazza milanese al centro di questa evoluzione competitiva, con una forte riconoscibilità sia del ruolo sia negli investimenti futuri”, ha scandito.
Immediata la sponda a cinque stelle. “Troviamo molto positiva l’attenzione del commissario Consob Ciocca sull’aggregazione di Borsa Italiana in Euronext, con i relativi risvolti competitivi tra mercati continentali. La nostra posizione è chiara da tempo: serve tutelare l’autonomia di Borsa Italiana e il ruolo di Milano deve rimanere centrale, considerato il peso specifico del nostro Paese in Euronext che è maggiore rispetto alle altre nazioni”, ha sottolineato in una nota il deputato M5S Davide Zanichelli. “Ecco perché rivendichiamo questo ruolo centrale e chiediamo che si valuti anzi lo spostamento di Euronext nel capoluogo lombardo: sì alle sinergie ma senza intaccare l’autonomia decisionale irrobustita dagli ottimi risultati economici degli ultimi anni in cui Borsa ha lavorato con Lse con la stessa autonomia che chiediamo di mantenere. Lo dobbiamo alla città di Milano e al Paese”, ha aggiunto.
Anche Italia Viva preme per dei chiarimenti anche se fa sapere che non intende frenare o impedire l’acquisto di Borsa Italiana da parte di Euronext e Cdp, e che “non voterà atti di indirizzo parlamentari che dovessero anche implicitamente adombrare questa possibilità”. “Semmai – chiariscono i deputati Massimo Ungaro e Mattia Mor – intende delineare, assieme alle altre forze di maggioranza, le condizioni per far sì che questa sia una operazione di successo per l’Italia, l’Ue, gli investitori e i clienti di Borsa, ovvero imprese, pmi e risparmiatori. Euronext e Cdp devono garantire un livello minimo per gli investimenti in tecnologia, rispettare l’autonomia decisionale di Borsa e fare in modo di contenere i costi per i clienti. Il processo di aggregazione delle principali Borse europee catalizza l’unione dei mercati e dei capitali, la capital markets union, a livello europeo e va quindi salutato con favore se non esplicitamente sostenuto”.
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