Azionario Usa trainato dai giganti della tecnologia
25 ottobre 2018
di la Redazione
1 min
Julie Dickson (Capital Group): “Ci sono settori, invece, che hanno performato al di sotto della media. Sono presenti opportunità interessanti nell’healthcare”
Julie Dickson, specialista degli investimenti di Capital Group
“Si sente spesso dire che l’azionario americano è troppo costoso. Tuttavia, se si va ad analizzare chi sta guidando i rendimenti del mercato azionario e l’S&P 500, si scopre che la performance statunitense è dovuta in larga parte a un numero ridotto di società. Sono infatti i giganti della tecnologia, che pesano per oltre il 25% sul mercato, ad aver registrato una crescita spettacolare di utili e quotazioni azionarie negli ultimi anni”. Julie Dickson, specialista degli investimenti di Capital Group, analizza i principali driver di performance dell’azionario Usa.
“Se si considerano solo le società di primo livello – prosegue l’esperta – il mercato azionario Usa apparirà sicuramente costoso. Se invece si escludono tali società e ci si concentra sul resto del mercato, è possibile individuare diverse opportunità interessanti. Ci sono settori che hanno performato al di sotto della media, diversamente dai tecnologici. Sono presenti opportunità interessanti nel settore dell’healthcare, ad esempio, dato che alcune aree sono spesso ignorate a causa del mercato così concentrato sulla crescita dei giganti della tecnologia e sugli innovatori”.
“Se si guarda ai cambiamenti che hanno interessato il mercato azionario Usa negli ultimi vent’anni – argomenta l’economista – si evidenzia un passaggio di testimone tra le società leader. In passato al vertice si trovavano realtà industriali, delle materie prime e dei beni di consumo, mentre oggi questo ruolo è stato assunto dai giganti del settore tecnologico come Alphabet, Facebook e Amazon. Tutte queste società sono caratterizzate da elevati livelli di innovazione, sono leader del settore e continuano a crescere”.
“Nonostante qualcuno potrebbe pensare che oggi le valutazioni appaiono elevate noi guardiamo al lungo termine. Guardiamo alle prospettive di sostenibilità e di qualità della crescita degli utili e, in alcuni casi, crediamo che le valutazioni siano giustificate”, conclude Dickson.
Darwall (Jupiter Am): "Non cerchiamo di prevedere le tempistiche del mercato; puntiamo piuttosto ai vincitori strutturali e non ciclici, che crediamo possano avere successo durante l’intero ciclo di mercato"