Assicurazioni, nel post-Covid la parola d’ordine è digitalizzazione
Più opportunità per le InsurTech. E se la concorrenza delle BigTech cresce, per soddisfare i clienti servono soluzioni tecnologiche e nuove alleanze. Il report Capgemini-Efma
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Maggiore digitalizzazione e servizi migliori sono le due sfide principali che le assicurazioni dovranno affrontare nel post-Covid per sopravvivere e recuperare il pesante impatto che la pandemia ha avuto sul settore. A sostenerlo, Daniele Presutti, senior managing director di Accenture, nella prima giornata dell’InsuranceDay organizzato da Class E.
“Con la pandemia cambiano le abitudini, sia come rapporti sociali sia come fiducia nel futuro. In tempi d’incertezza la competitività regna sovrana: uno dei driver è il prezzo ma anche maggiori e migliori servizi online, processi più efficienti”, ha sottolineato Presutti presentando i dati emersi da una ricerca della società di consulenza.
“La competitività si sposta sui servizi, maggior richiesta di personalizzazione e apertura verso nuovi interlocutori (banche, car dealer, provider di servizi online) con un’interazione digitale che è in forte crescita ed è destinata a rimanere tale”, ha aggiunto, sottolineando come quello che seguirà la pandemia sarà un momento importante. “I clienti – ha avvertito – si possono individuare in due categorie. I tradizionalisti e i pionieri, cioè chi è più abituato a non cambiare e chi, invece, è più portato all’innovazione e in questo periodo di crisi si è vista una crescita dei secondi”.
Sulla fiducia ha invece posto l’accento il consigliere Ivass Riccardo Cesari. “L’Italia si posiziona sotto la media europea e dei Paesi del G20 come rapporto tra i cittadini e le assicurazioni. Tanti i motivi, dal reddito disponibile inferiore alla media europea, a una sfiducia nei confronti delle compagnie private, cui si aggiunge un eccesso di fiducia verso lo Stato”, ha osservato.
Insomma, tanta strada da fare. Soprattutto per recuperare i forti danni provocati dal Covid. Stando infatti ai dati Ivass, nei primi sei mesi del 2020 la raccolta premi nei rami vita e danni è calata del 9,2% rispetto allo stesso periodo del 2019, fermandosi a 68 miliardi di euro. Un decremento da attribuire alla raccolta vita, calato dell’11,3%, che è il settore prevalente nel mercato assicurativo italiano con 49,1 miliardi di euro di premi.
Nel dettaglio, la maggiore contrazione nel settore vita si è registrata nelle polizze vita “pure” di ramo I (-17,4%, pari a -6,7 miliardi di euro), mentre meno consistente è stato il calo delle polizze “finanziarie”, rami III e V (-3,2%). La produzione assicurativa vita con finalità previdenziali, composta in prevalenza dal ramo VI e poi dalla produzione specifica di ramo I e III, ha invece messo a segno un aumento del 23,5% e si attesta a 4,3 miliardi di euro. Nel primo semestre 2020 la nuova produzione del settore vita è complessivamente diminuita di 5,1 miliardi di euro (-13%) rispetto all’analogo periodo del 2019.
La raccolta danni pari a 18,9 miliardi di euro ha segnato un calo del -3,1% su base annua. In contrazione principalmente il comparto auto (-444 milioni per la sola R.C. auto) e il ramo Perdite pecuniarie di vario genere (-123 milioni di euro).
Per le polizze vita, gli sportelli bancari e postali si confermano il principale canale di distribuzione (56,3% del totale); per quelle danni, il canale prevalente sono le agenzie con mandato (70% del totale dei rami e l’84,1% della R.C. autoveicoli terrestri).
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