“Le azioni hanno valutazioni migliori dei bond. In Piazza Affari ci sono opportunità interessanti, da selezionare guardando business e l’attenzione agli stakeholder”
“Dal punto di vista valutativo non ci sono dubbi: l’equity è più interessante dei bond”. L’opinione di Fausto Artoni, presidente di IMPact Sim, è che gli investitori debbano privilegiare l’investimento in azioni, “tenendo sempre presente la necessità di una ampia diversificazione del portafoglio e una attenta scelta dei titoli da inserire in portafoglio, dando priorità a società con un modello di business solido, comprensibile e sostenibile e che abbiano una buona generazione di cassa”. E con un occhio al mercato italiano, dove si trovano molte opportunità interessanti in diversi settori.
Qual è il suo outlook sul mercato azionario nel 2020? Quali i fattori che dovrebbero influire di più sull’andamento dei listini?
L’outlook per il mercato azionario rimane positivo. La formidabile performance dei mercati equity mondiali dello scorso anno è stata influenzata da diversi fattori: a) politiche accomodanti delle banche centrali e conseguenti tassi di interesse estremamente bassi; b) completamente errate le previsioni di inizio 2019 che parlavano di recessione globale (il -15% degli ultimi 2 mesi del 2018 teneva conto di questo); c) una discreta crescita degli utili con attività sostenuta di buyback e dividendi nettamente più alti dei tassi espressi dal mercato obbligazionario. Per il 2020 non ci attendiamo recessione globale e la crescita degli utili risulterà ancora discreta.
FtseMib e All Share hanno terminato il 2019 in solido rialzo, mentre l’Aim è rimasto al palo. Ritiene che quest’anno possa segnare un cambio di passo per l’Aim?
Il cambio di passo dell’Aim ci sarà solo con un cambio di passo della governance delle società che arrivano sul mercato. Troppo spesso le scarse performance derivano da comportamenti aziendali discutibili, da scarsa trasparenza e incapacità di capire che il rapporto con l’azionista di minoranza deve essere di lungo termine a sostegno della crescita futura.
In quali settori si trovano le opportunità più promettenti in Italia?
Il mercato azionario italiano ha situazioni interessanti trasversalmente in diversi settori. La crescita degli utili attesa per il 2020 è di circa l’8%, guidata da aspettative a doppia cifra sui settori consumer, energy, industriali e utilities. I primi tre settori nel corso del 2019 non hanno particolarmente brillato, quindi è possibile che possano essere fra i leader del nuovo anno. Non dimentichiamo comunque che il rendimento medio dei dividendi è intorno al 4% e, a questo proposito, segnalo che anche il settore bancario torna a pagare un dividendo medio ben superiore al 5% (pur in presenza di una valutazione P/BV ad un modesto 0,6). Dal nostro punto di vista un altro fattore da considerare sarà l’attenzione delle società non solo agli azionisti (shareholder) ma anche a tutto il mondo che ruota intorno all’azienda (stakeholder): dipendenti, fornitori, clienti, territorio, sostenibilità.
Borsa Italiana ha chiuso un anno intenso, con 41 nuove ammissioni e 35 Ipo. Quali sono i fattori alla base di questo risultato secondo lei? Ritiene che questo trend continuerà anche nel 2020?
L’intenso accesso al mercato di nuove aziende è un fattore estremamente positivo perché sappiamo che il tessuto manufatturiero italiano (secondo in Europa) è poco rappresentato dalla Borsa italiana. Ci sono centinaia di aziende eligibili, con eccellente posizionamento di prodotto. Come investitore credo sia un processo da agevolare il più possibile: la quotazione obbliga le società a dotarsi di governance, struttura manageriale, capacità di attrarre nuovi azionisti che rendono il loro futuro meno dipendente dal fondatore o dalla sua famiglia e l’attività della società più competitiva e solida nel tempo.
Per il presidente di Assogestioni l'attivismo degli investitori istituzionali aumenterà nei prossimi anni data la crescente importanza dei criteri Esg nelle politiche di investimento