Investimenti, è il momento dell’Europa
È l’esito del minisondaggio online che ha recentemente coinvolto i lettori della newsletter di Focus Risparmio
1 min – Articolo pubblicato su FR MAGAZINE | Ago-Set 2017 |
All’orizzonte dell’Ue, si profila un asse franco-tedesco più forte e un divario sempre più profondo tra core e periferia. Non sarà l’Europa dei popoli e della solidarietà, ma quella dell’economia e della finanza Berlino-centrica, che già conosciamo, che ci attende dopo le elezione tedesche. E a ben vedere, sarà così sia che vinca Merkel, favorita nei sondaggi al momento, sia che la Cancelliera sia sconfitta. L’appuntamento è per il 24 settembre prossimo, intanto proviamo a delineare i possibili scenari.
La situazione economica tedesca continua a essere brillante, con una robusta crescita del Pil (1,7% tra il primo trimestre 2016 e il primo trimestre 2017) e un tasso di disoccupazione molto basso. “Con ogni probabilità, questa ripresa continuerà nei prossimi trimestri – afferma Tristan Perrier, economista specializzato sui Paesi sviluppati di Amundi – Il driver principale è costituito dalla domanda interna: la spinta una tantum dei consumi privati e pubblici connessi alla crisi dei rifugiati del 2015 non si ripeterà, ma l’andamento dei salari e il mercato immobiliare supportano la crescita. Inoltre, si prevedono maggiori spese per le infrastrutture dopo le elezione di settembre, indipendentemente da chi vinca. Il nuovo governo dovrà anche decidere in che misura porterà avanti nuovi progetti (come quelli suggeriti dalla Francia) per rafforzare l’architettura dell’Eurozona”.
Dopo una serie di risultati elettorali favorevoli per i partiti pro europeisti, i mercati sono finalmente riusciti a lasciarsi alle spalle gran parte dei loro timori sui rischi per l’Europa. “All’inizio del 2017, le preoccupazioni circa l’andamento politico della Germania erano maggiori – fa notare Brendan Mulhern, global strategist di Newton – L’ascesa di Martin Schulz nei sondaggi sembrava rappresentare una minaccia genuina per la rielezione di Merkel, prospettando l’arrivo di un nuovo fattore dirompente nelle politiche domestiche dell’Eurozona. Durante l’anno, però, una serie di molteplici elezioni statali ha favorito l’alleanza Cdu/Csu, mentre l’Spd ha gradualmente e costantemente perso terreno nei sondaggi, anticipando quella che pare destinata a essere una facile vittoria per Merkel a settembre. In assenza di eventi imprevisti e imprevedibili, le elezioni federali tedesche sembrano avviate verso un esito scontato”.
E la vittoria di Merkel creerebbe senz’altro un’Europa più coesa, “aiutando a rinsaldare le relazioni con la Francia – aggiunge Marco Palacino, managing director per l’Italia di Bny Mellon Im – Complessivamente l’esito delle elezioni tedesche non avrà un impatto particolarmente significativo sulla ripresa economica in Europa, che sembra già ben avviata e che non è stata fermata neanche da un evento ben più sconvolgente per i mercati come la Brexit. I mercati finanziari sarebbero rasserenati dalla vittoria di Merkel, interpretandola come l’ultima conferma del fatto che il progetto europeo è al sicuro, almeno per il momento”.
Ma c’è anche chi, come Davide Pasquali, presidente di Pharus Sicav, ritiene “una eventuale sconfitta della Merkel non produttiva di alcun impatto degno di nota sui mercati, siano essi azionari o obbligazionari. Del resto gli ultimi eventi politici parlano chiaro: è successo di tutto e il contrario di tutto e i mercati non hanno nemmeno sobbalzato, continuando imperterriti nella loro ascesa. Chiunque sarà il successore della Merkel continuerà nella politica egemonica messa in atto dalla Germania”