Allarme di Sangalli: “Consumi indietro di 25 anni. Giù le tasse”
Per Confcommercio la ripresa dell’Italia è a rischio: “L'aumento delle spese obbligate erode quasi il 44% dei consumi totali”
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“Tutti gli indicatori degli ultimi mesi, a partire dalla produzione industriale, ci dicono che ci sono le condizioni per avere un terzo trimestre di fortissimo rimbalzo e una chiusura di anno non lontana dalle previsioni originarie che il governo aveva dato”. Il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, non si lascia scoraggiare dai primi allarmi sulla perdita di slancio della ripresa né dal risalire dei contagi e, intervenendo al Meeting di Rimini, guarda con ottimismo al futuro dell’Italia.
Per il titolare di via XX Settembre, la prova della capacità di ripartenza del Paese sta già nei primi dati, che hanno “sorpreso positivamente gli osservatori”, “sono dati sempre superiori alla media delle previsioni degli istituti più accreditati” e “ci dicono che l’Italia, più di altri Paesi europei, ha assorbito il colpo di una chiusura totale delle attività produttive molto meglio di come tutti i previsori si sarebbero aspettati”.
“Siamo usciti dalla fase più dura e ora siamo in una fase di transizione – spiega in collegamento nel corso di una tavola rotonda -, l’Italia si presenta a questa giuntura decisiva nelle condizioni per sorprendere positivamente, per i risultati che si possono conseguire sul piano economico, sia nell’immediato per come chiuderemo l’anno, sia per la possibilità di innescare un nuovo ciclo di sviluppo e cambiamento”.
Naturalmente serve impegno, visto che sta per aprirsi “una fase di grande opportunità, attraverso Next Generation Eu, di costruire un cambiamento solido e strutturale”. E a questo proposito Gualtieri si schiera con Mario Draghi, del cui discorso pronunciato in apertura del Meeting di Comunione e Liberazione sottoscrive ogni singola parola.
“Sono al 100% d’accordo con Draghi – afferma -: rispetto alla sfida del cambiamento strutturale dobbiamo utilizzare queste risorse, questo debito comune, per fare progetti che abbiano un impatto strutturale sulle criticità. Non realizzeremo progetti che fanno debito cattivo, realizzeremo solo progetti che incidono sui grandi nodi strutturali”, assicura spiegando che in vista della predisposizione del Recovery Plan il governo ha già raccolto 534 progetti e si prepara a riceverne altri.
“Il tema della formazione, dei giovani e della ricerca è centrale – ha proseguito -. Centrale sarà anche favorire la crescita dimensionale e l’innovazione delle imprese, ricucire il Paese con reti di infrastrutture materiali e immateriali, aumentare il livello degli investimenti pubblici e privati, creare buona occupazione”. Sul tavolo naturalmente anche le riforme, con il fisco in cima alla lista. “La riforma fiscale è decisiva e si farà”, torna a ribadire il ministro, chiarendo che dovrà autofinanziarsi attraverso “una de-bonusizzazione del nostro sistema fiscale e il rafforzamento del contrasto all’evasione”. “A regime deve essere sostenibile e concentrare le risorse su famiglie, lavoro e impresa”, promette.